sanità

Il fronte dei medici: sciopero contro i tagli

Un’affollatissima assemblea ha votato la protesta contro la Provincia: «Vogliono smantellare la nostra Sanità»


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. Una protesta così non si era mai vista. È il caso di dirlo: ora i medici trentini sono sul piede di guerra. Ieri mattina l’Auditorium del Centro Servizi Sanitari di via De Gasperi era ai limiti della capienza. L’occasione era l’assemblea indetta dalle sigle intersindacali riunite per la prima volta insieme contro le recenti disposizioni della giunta del governatore Rossi. Sul banco degli imputati gli articoli contenuti nella legge finanziaria 2015 che prevedono una riduzione del 40% della retribuzione di risultato, voce dello stipendio totale dei medici, e un blocco del turnover annunciato al 20% (due unità su dieci che vanno in pensione non vengono rimpiazzate).

Un’autentica bufera che ha richiamato in aula direttori, dirigenti di primo e secondo livello, psicologi, veterinari, odontoiatri, ogni categoria medica della sanità pubblica trentina. Un auditorium talmente pieno che, per ragioni di sicurezza pubblica e per evitare l’intervento dei carabinieri, ha costretto numerosi partecipanti all’assemblea a seguire il dibattito dall’esterno, dove in cortile alcuni si erano industriati tra amplificatori e microfoni di fortuna.

Un clima “sessantottino” tra proteste civili e donne che se avessero potuto avrebbero volentieri imbracciato i fischietti per scendere in piazza. L’obiettivo dei fischi era uno solo: il presidente della Provincia Ugo Rossi che da queste parti, prima di diventare governatore, era conosciuto come assessore alla salute dell’ex giunta Dellai.

C’erano tutti. A partire da Enzo Galligioni, primario di oncologia al Santa Chiara e responsabile Anpo per il Trentino. Il direttore di anestesia e terapia intensiva Edoardo Geat e il dottor Alberto Mattedi, responsabile sindacale degli anestesisti. Il segretario regionale del Cimo, la confederazione dei medici ospedalieri, Piergiuseppe Orlandi. Il direttore di pneumologia dell’ospedale di Arco Romano Nardelli.

Centinaia di medici letteralmente infuriati. Il taglio del 40% alla retribuzione di risultato (che pesa per circa 10.000 euro l’anno per un primario fino ai 4.500 euro lordi in meno all’anno per un medico di primo livello) ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso ricolmo di attese e promesse politiche mai mantenute. In gioco c’è l’intero sistema della sanità pubblica trentina e la figura di un medico ormai messo ai margini della sua professione.

«Ci sentiamo umiliati e avviliti», era il coro che si ergeva in assemblea. Mattedi ha spiegato come se ogni medico dell’azienda sanitaria dovesse effettivamente svolgere le proprie 38 ore settimanali (di cui 3 ore e mezza per l’aggiornamento) previste dal contratto, la situazione degli ospedali trentini si troverebbe al collasso: «Abbiamo fatto circa 318 mila ore in più rispetto al previsto, di queste soltanto 98 mila sono state pagate. Se ognuno di noi svolgesse le sole 38 ore, all’azienda di fatto mancherebbero 212 medici. Le ore non assistenziali già non vengono usufruite per almeno il 50%. Abbiamo accumulato ferie arretrate mai prese perché altrimenti si bloccano servizi e reparti. Quanti se ne andranno dal Trentino perché troveranno altri posti? Vogliamo davvero smantellare la sanità pubblica?».

L’allarme di Mattedi è stato accolto quasi all’unanimità dall’assemblea che ha votato per indire un doppio sciopero in programma per mercoledì 10 dicembre e per il prossimo 22 dicembre. Come terza iniziativa i dirigenti dell’azienda sanitaria hanno deciso di adottare dal 1 gennaio al 28 febbraio 2015, se la situazione politica non dovesse trovare uno sblocco, una forma di sciopero bianco che prevede l’adozione rigida delle 38 ore settimanali senza eccedere oltre in straordinari o prestazioni aggiuntive. L’assemblea ha inoltre deliberato di convocare una conferenza stampa per la prossima settimana e di valutare eventuali azioni legali contro il taglio allo stipendio. Porte in faccia, infine, al governatore Rossi che, con una mail personale (operazione a dir poco insolita), ha convocato i medici a una riunione informale da svolgersi il prossimo 2 dicembre. Un incontro che sarà disertato, mentre domani è previsto un incontro con l’assessora Donata Borgonovo Re.













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