Il flop dei parcheggi pertinenziali: solo due, contro i 50 di Bolzano
La legge Tognoli che regola la materia risale al 1989 ma Trento non ha saputo sfruttare l’occasione Il consigliere Daldon: «Siamo in grave ritardo. Le aree ci sono, però il Comune ritarda sulle gare»
TRENTO. Le auto dei residenti sotto terra per liberare spazio in superficie. Pratica che Trento non ha mai recepito. Tanto che attualmente in città i parcheggi pertinenziali sono un paio. Una miseria. Il primo è in corso Buonarroti, 44 box auto costati 28 mila euro a testa ai componenti della cooperativa che ha ricevuto in concessione il sottosuolo dal Comune. Il secondo, peraltro realizzato su suolo privato, nell'area della Canossiane, a fianco del tribunale, si aggirerebbe invece sui 40mila euro, se non più, per ognuno dei 60 posti realizzati. Eppure la legge Tognoli che istituiva i pertinenziali, cioè la possibilità da parte di gruppi di cittadini di una stessa area di chiedere l'autorizzazione, e lo spazio interrato, per realizzarvi il parking per le proprie vetture, è del 1989. Ben 23 anni e, a spanne, una maglia nera ben meritata dalla città capoluogo. Nella vicina Bolzano si arriva alla cinquantina. Milano e Roma sono le città leader in Italia, anche grazie a cospicui finanziamenti pubblici, dicono i bene informati. Rispetto alla Provincia di Trento che di contributi per gli stalli sotterranei non ne ha mai sganciati. «Stiamo facendo piccoli passi ma siamo veramente molto indietro», afferma Maurizio Daldon, consigliere circoscrizionale Upt in Centro storico/Piedicastello che dei pertinenziali ha fatto il suo cavallo di battaglia. «Quando, qualche anno fa, ne parlavo, sembrava che molti non capissero - continua -. Almeno, adesso, l'argomento è ben presente, ma non basta. Le aree ci sono ma si sta aspettando ancora che il Comune emetta il bando che dia il via alle gare. Non so più cosa dire se non che è necessario agevolare i cittadini dal punto di vista burocratico e togliere alcuni vincoli che rendono tutto più difficile».
Non che, oltre alla burocrazia, non ci possano essere anche altre difficoltà. Pure mettersi d'accordo tra privati condomini a volte è problematico. Lo si sa, ed è successo. «Però - aggiunge Daldon - non è certo difficile capire, visto che si vede giornalmente, che attorno al centro storico, ad esempio, ci sono macchine dappertutto e che riuscire a metterne una quota sotto terra qualche problemino potrebbe risolverlo. E consentire a molti di trovare parcheggio in superficie in maniera più agevole».
Per intanto, vanno avanti, dopo stop ripetuti, i lavori per il pertinenziale di via Matteotti, nell'area delle ex caserme Duca d'Aosta. L'anno prossimo, salvo ulteriori impedimenti, dovrebbe essere tutto finito. Passi in avanti, con la costituzione di cooperative o di comitati, si sono fatti per piazza Leonardo da Vinci, vicino a torre Vanga, e alla Cervara, davanti ai Cappuccini. Mentre per il piazzale antistante il campo Coni in Cristo Re si attendono i monitoraggi promessi dal Comune sulla presenza di inquinanti “pesanti” nel sottosuolo, visto che lì vicino passa il rio Lavisotto. Il piano urbano della mobilità individua anche altre aree, pure nei sobborghi, ma si sta ragionando pure sulla zona del ponte dei Cavalleggeri e su un'altra in S.Pio X, vicino al campo da calcio di S.Giuseppe.
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