Il discorso di Mattarella a Merano
L'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25° anniversario della chiusura della controversia altoatesina e del 45° anniversario del secondo Statuto di autonomia
L'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25° anniversario della chiusura della controversia altoatesina e del 45° anniversario del secondo Statuto di autonomia.
Signore e Signori,
ringrazio il Presidente Kompatscher, per questa cerimonia in occasione di un doppio anniversario altamente significativo: la ricorrenza dei venticinque anni della solenne dichiarazione, in sede di Nazioni Unite, della piena, conclusiva composizione della controversia altoatesina e il quarantacinquesimo anniversario dell'entrata in vigore del secondo Statuto di Autonomia della Provincia di Bolzano.
Rivolgo un saluto particolarmente caloroso al Presidente della Repubblica d'Austria, Alexander Van der Bellen, per aver voluto onorare con la sua presenza questa giornata di festa, così importante per l'Alto Adige/Sudtirol e significativa per i nostri Paesi, la cui amicizia trae quotidianamente alimento anche dai rapporti umani, culturali, economici che questa terra contribuisce a consolidare.
Desidero ricordare, in apertura di questo intervento, Alois Mock, scomparso in questi giorni. A lungo Presidente dell' Österreichische Volkspartei, uomo di pace, figura di primo piano nella vita politica nazionale e internazionale, era il Ministro degli Esteri austriaco proprio venticinque anni fa, protagonista nel momento in cui si ricompose la controversia bilaterale.
Oggi celebriamo la capacità di popoli europei di essere riusciti a superare le divisioni di un remoto passato, costruendo un'amicizia solidissima e dando concretezza ai valori di democrazia, pluralismo, tolleranza, tutele dei diritti individuali e collettivi che costituiscono tratto distintivo dello spirito che ci accomuna. Si tratta di scelte fortemente radicate nella Costituzione repubblicana sin dai Principi fondamentali che, con l'art.3 recitano come "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche...", per proseguire all'art. 6 con la disposizione "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche".
Mai più violenza per la risoluzione dei conflitti. Mai più odio o sopraffazione!
Al loro posto apertura, ascolto, reciproco rispetto, comprensione, e dialogo!
Un dialogo intenso, costruttivo, sempre impegnativo, eppure produttivo di risultati concreti, a tutto vantaggio del benessere e della prosperità delle comunità locali.
Un'attitudine che pur nelle difficoltà, nelle incertezze - negli errori talvolta - che hanno caratterizzato la storia di questa Provincia nel secondo dopo-guerra, è sempre stata perseguita tenacemente. Una predisposizione al confronto che ha consentito di tener fermo lo sguardo verso un obiettivo comune: tutelare le popolazioni locali inscrivendo il rispetto delle loro identità, la loro autonomia, nell'ambito del grande progetto di pace e integrazione del Continente europeo. Lo Statuto di Autonomia di una terra come l'Alto Adige/Sudtirol rientra a pieno titolo in questo percorso. Nella comune appartenenza a un progetto ampio e ambizioso di unione continentale, i diversi livelli di integrazione - che comprendono anche la nascita dell'Euroregione "Tirolo - Trentino-Alto Adige" - finiscono naturalmente per constatare la convergenza delle specificità di terre e popoli attinenti a Stati diversi ma amici e sempre più integrati.
Questa è la dimensione che vogliamo raggiungere, come solennemente riaffermato a Roma, in occasione del Sessantesimo Anniversario dei Trattati, con una Dichiarazione che è stata significativamente sottoscritta da tutti gli Stati membri dell'Unione. L'Alto Adige, in quest'ottica, ha saputo rappresentare un'autentica avanguardia europea, un luogo che ha saputo incarnare, non senza contraddizioni, ma con determinazione, passione ed equilibrio, la tensione ideale costitutiva del "demos" europeo.
Signor Presidente Van der Bellen, Signor Presidente Kompatscher,
questa terra ha trovato nello Statuto di Autonomia una cornice chiara e dinamica entro la quale costruire operosamente il presente per guardare al futuro con fiducia. Un esempio a cui - sempre più spesso - si fa riferimento nelle relazioni internazionali, quando si affrontano nodi, spesso drammatici, della tutela di minoranze che vivono esistenze precarie, minacciate dalla violenza della guerra e dal costante pericolo di "pulizie etniche". Qui si è dimostrato - e si continua a farlo - che il passato, per quanto doloroso, può essere superato, che le dispute di ieri possono trasformarsi nella collaborazione dell'oggi, che i confini non sono di ostacolo nell'ottica della piena integrazione di domani.
Il Brennero è, per noi italiani come per gli amici austriaci, un emblema di vicinanza, interdipendenza e libera circolazione. L'impegno di noi tutti è che esso rimanga tale. Centocinquant'anni fa, il 24 agosto 1867, veniva inaugurato il collegamento ferroviario del Brennero tra Innsbruck e Bolzano, allo scopo di mettere in comunicazione Tirolo e Regno Lombardo-Veneto.
Oggi, la costruzione del tunnel di base del Brennero, progetto sostenuto dall'Unione Europea nell'ambito del corridoio Scan-Med - e che, nel 2025, a conclusione dei lavori, diventerà la più lunga galleria ferroviaria al mondo- unisce e rafforza - anche simbolicamente - il fondamento della libera circolazione in Europa, valore e conquista intangibili, a cui non è immaginabile poter rinunciare.
Signor Presidente Van der Bellen, Signor Presidente Kompatscher,
questo ci insegna l'esperienza dell'Alto Adige/Sudtirol e questo è il significato del determinato, capillare ed efficace impegno di tutte le Istituzioni italiane nella difesa e nella valorizzazione di uno Statuto che rappresenta un autentico modello di civiltà.