Il clavicembalo «multato» dalla Finanza
Furgone fermato all’uscita dall’A22, non era idoneo a trasportare lo strumento: sanzione e fermo del veicolo.
TRENTO. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno bloccato l’altra sera, al casello di Trento sud un furgone con tre persone e bordo. Si trattava di un normale controllo. I finanzieri hanno fatto scendere le tre persone, una donna e due uomini, e hanno controllato il carico. Nel vano posteriore c’era un clavicembalo. Uno strumento musicale piuttosto ingombrante. La donna ha spiegato ai finanzieri di essere una musicista e di aver convinto due amici, uno dei quali suona nel suo stesso gruppo musicale mentre l’altro è proprietario del furgone, ad accompagnarla in Lombardia a prendere lo strumento musicale. Le fiamme gialle, però, le hanno spiegato che il codice della strada parla chiaro: per gli strumenti musicali ingombranti, come del resto per tutta una serie di altri oggetti, è necessario usare mezzi idonei e dotati di tutti gli accessori che permettano un trasporto sicuro. Il furgone non era adibito a questo genere di trasporto. Per questo i finanzieri hanno deciso di redigere il verbale e di sanzionare i tre con una multa di 50 euro. Non solo, hanno anche disposto il fermo amministrativo del furgone per un mese. Un bella botta per il proprietario che ha avuto solo il torto di fare un favore a un’amica. Per tutta l’operazione c’è voluta un’ora e mezzo.
L’avvocato Mario Giuliano, marito della musicista non si lamenta per la multa, ma osserva che tanto zelo sarebbe stato degno di altra causa: «Quanto accaduto è completamente legittimo, non contesto di certo la multa, ma trovo alquanto sciocco che siano serviti tre uomini e un'ora e mezza di tempo per una faccenda così banale». Giuliano afferma di essere stato all'oscuro della faccenda fino all'ultimo. L’unica cosa che contesta è il tempo impiegato per il verbale. «Il tutto per cosa? Una semplice multa da cinquanta euro. A mio avviso è stato solo uno spreco di tempo e soprattutto di forze, che sarebbe stato possibile impiegare in frangenti più importanti e in cui lo Stato avrebbe avuto sicuramente maggior interesse nel dispiegare uomini».
L’avvocato Giuliano ricorda poi come non si trattasse certamente di una attività in nero o illegale, ma di un semplice favore fra amici. «Il fermo del furgone avrebbe potuto danneggiare la ditta a cui appartiene, ma per fortuna uno dei dipendenti è infortunato quindi l'azienda aveva già previsto in ogni caso di avere un veicolo fermo. Spero che fatti del genere non accadano più».