«Il bambino che ha spinto è anche lui una vittima»
Dopo l’incidente di Spini di Gardolo, la psicoterapeuta infantile Monica Dallago spiega che i genitori non devono mai perdere di vista i figli al parco
TRENTO. «In questa vicenda le vittime sono due. Non solo la bambina spinta giù dallo scivolo, ma anche il bambino che l’ha buttata a terra». Monica Dallago è psicoterapeuta infantile e psicologa. Nel brutto episodio che si è verificato al parco di Spini di Gardolo, dove una bambina di 5 anni è stata spinta giù da un scivolo da un bambino di 8 anni e si è rotta entrambe le braccia, vede due vittime. Da una parte la bambina che è finita in ospedale e dall’altra il bambino che era da solo al parco insieme ai fratellini di 6 e 3 anni. Una situazione difficile per un piccolo che doveva anche badare ai fratelli. Secondo quanto è emerso dal racconto della mamma della piccola rimasta ferita, che era nelle vicinanze al momento dell’incidente, i tre fratelli vagano spesso da soli al parco. Erano da soli anche al momento dell’incidente. E la psicoterapeuta vede il bambino come una vittima proprio per questo: «Anche se i piccoli sono abituati a giocare da soli al parco, la loro condizione è difficile. A quell’età occorre sempre l’intervento del genitore per distinguere il bene dal male, per stabilire il limite. La parola del genitore è importante, mentre bambini lasciati soli si sentono abbandonati. Adesso quel bambino sentirà la responsabilità per quello che ha fatto, ma non ne ha colpa».
La psicologa, invece, non pensa che l’intervento di altri genitori potrebbe essere utile: «Un intervento diretto sul bambino, come in questo caso, penso sarebbe poco efficace. Se si verifica un episodio del genere, è meglio andare direttamente dai genitori. In questo caso, però, il bambino era da solo a fronteggiare una situazione molto più grande di lui. Penso che sia opportuna una segnalazione ai servizi sociali vista la situazione. Non si possono lasciare i bambini al parco e disinteressarsi di loro. Nel caso in questione, il bambino poi aveva anche in gestione i due fratellini. A quell’età non si hanno i riferimenti giusti che ti aiutano a capire le conseguenze delle tue azioni».
Il fenomeno, però, non sembra isolato. Ieri la mamma della bambina caduta dallo scivolo ha tranquillizzato tutti spiegando che la figlia adesso sta meglio. Le sono state ingessate entrambe le braccia e il decorso post operatorio si preannuncia come molto lungo.
Però la situazione nei parchi cittadini sembra poco tranquillizzante, a giudicare dalle reazioni che le mamme trentine hanno affidato alla pagina Facebook genitori a Trento e dintorni. In molti denunciano il fatto che ormai i parchi sono diventati teatri di disfide tra bande di adolescenti che esagerano con birra e altri alcolici. In molti casi, i bambini vengono lasciati da soli e questo crea il rischio di episodi anche gravi. Spinte e botte sono all’ordine del giorno. La bambina ferita a Spini di Gardolo è stata particolarmente sfortunata. Cadendo da quasi tre metri si è rotta le braccia e ha anche riportato un trauma cranico. Una caduta rovinosa per lei che la mamma, che si trovava a pochi metri di distanza e ha visto tutto, non ha potuto evitare. La donna ha spiegato che non intende presentare denuncia penale per non mettere in guai ulteriori i tre bambini. Il tutto è stato fulmineo e improvviso. Secondo quanto raccontato dalla giovane donna, il piccolo ha spinto la bambina e l’ha fatta cadere a terra. Forse non si è reso conto della pericolosità di quello che stava facendo.