I primi profughi ucraini a Trento già nel fine settimana
La comunità che qui abita si sta organizzando per l’accoglienza: si tratta soprattutto di donne e bambini che sono riusciti a partire giovedì
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TRENTO. La comunità ucraina trentina attende i primi profughi già nel fine settimana.
Sono quelle famiglie (quasi tutte donne con i bambini) che hanno lasciato la loro Patria già giovedì mattina. Favorito in questa fuga chi abitava nelle zone di confine.
C’è il problema dei documenti, specialmente quelli dei bambini molti dei quali ne sono sprovvisti, ma la Polonia, verificata la destinazione ed i punti d’appoggio, concede una carta verde provvisoria che ne favorisce il transito. In territorio polacco e si stanno allestendo campi di raccolta, ma l’intenzione di tutti gli stati confinanti è quella di favorire il flusso per evitare concentramenti.
“Abbiamo testimonianza diretta di connazionali che sono riusciti a scappare – racconta Stefania Shmits presidentessa dell’associazione Rasomn - che sono partiti praticamente senza nulla e che sono in arrivo in Trentino.
Quello di cui abbiamo bisogno è un punto di riferimento dove poter distribuire un pasto caldo e organizzare la prima accoglienza. Siamo certi che non saremo lasciati soli, ma i primi giorni li dovremo gestire in autonomia”.
Di cosa avete bisogno? “Stiamo organizzando una lista di beni di prima necessità con molta attenzione per i bambini. Di certo ci sarà bisogno di medicinali, ma dopo il caos delle prime ore, ci stiamo organizzando”.
Avete notizie recenti? “Sono stati bombardati tutti gli aeroporti militari e una cosa molto preoccupante è che si sta combattendo una grande battaglia sul territorio di Cernobyl col rischio che possa essere colpito il “sarcofago”che contiene il reattore nucleare”.
Da molte città d’Italia sono segnalate partenze di ucraini che vogliono tornare in Patria anche per combattere, succede anche a Trento?
”Ho notizia di gente in partenza. Alcuni sono turisti o persone che erano venute da sole e che ora si vogliono ricongiungere con i familiari.In accordo col Consolato di Milano invitiamo chi rientra con mezzi propri ad aiutare chi vuole tornare a casa e anche con problemi di documenti”.
In tutti i casi è una corsa contro il tempo. I rischi sono quelli della chiusura delle frontiere e dello spazio aereo e molto dipende dalla resistenza ucraina. Kiev è assediata, ma i russi hanno creato dei vari fronti d’ingresso che mettono in difficoltà la difesa.