ROVERETO. Quasi trecento piccoli coristi, da tutta Italia, ieri pomeriggio hanno cantato la fiaba del Natale. Strappando applausi al folto pubblico davanti alla scalinata della chiesa di San Marco, in attesa della “Luce della Pace”. Partita dalla Basilica della Natività di Betlemme, è giunta in città - custodita e accompagnata dagli scout Agesci - per rappresentare «la fede cristiana ma anche la speranza di pace e convivenza». Quella stessa luce - come ha ricordato nel suo saluto di benvenuto il sindaco Miorandi - che poco prima era passata nell’ex casa cantoniera (inaugurata proprio ieri dall’arcivescovo Luigi Bressan, oggi trasformata in casa d’accoglienza per le persone in difficoltà), per regalare un «Natale speciale».

Il messaggio universale di pace e fratellanza in musica con i piccoli coristi è stato un successo. Diretti per l’occasione dal maestro Gianpaolo Daicampi, i bambini hanno cantato le canzoni più tradizionali del Natale, aprendo l’esibizione con “Lo gnomo Deodato”, cantata nell’ultimo Zecchino d’oro dalla roveretana Francesca Blasiol.

Passeggiando per le casette del mercatino di Natale, in via Roma, ieri pomeriggio si notavano ancora tanti turisti. Attirati soprattutto dalla grande tenda palestinese, si soffermavano ad ammirare e acquistare prodotti tipici della tradizione palestinese, sia culinaria sia artigianale. Ci accoglie Tamer, giovane palestinese cristiano laureato in medicina. Aiuta il centro artistico salesiano di Betlemme. «E’ la prima volta che vengo in Italia e mi piace l’ambiente - racconta - nelle ultime due settimane non abbiamo venduto tanti oggetti. Forse per colpa del maltempo. La gente si interessa e si informa sui nostri prodotti, ma abbiamo lavorato poco. Forse perché la gente non ha tanti soldi da spendere e preferisce aspettare. Speriamo nei prossimi giorni, prima di Natale». La tenda, conferma Tamer, resterà aperta fino al 6 gennaio, giorno di chiusura ufficiale dei mercatini. (n.f.)

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