I Caf lasciati senza soldi da Roma
Le risorse di rimborso statali ridotte del 20%: fare il 730 costerà di più
TRENTO. In tempi di crisi licenzia pure il sindacato. E' un paradosso, ma la situazione creata dai tagli imposti dal governo porterà anche a questo. Un nuovo fronte che si apre nella stagione di "lacrime e sangue" tocca ancora i servizi ai cittadini: i Caf, i centri di assistenza fiscale, subiranno un impoverimento del 20%. Primi effetti: aumenti delle tariffe e contratti di lavoro in meno.
Oggi in Trentino ci sono nove soggetti accreditati a fornire il servizio di compilazione e invio delle dichiarazioni dei redditi. E questo è un lavoro fatto "per conto" dello Stato dal quale infatti percepiscono una quota di copertura delle spese. Il resto viene saldato dal "cliente" in base a tariffe che molto spesso sono agevolate in quanto rivolte ad associati. Il Caaf più importante del Trentino è quello delle Acli, seguito da quelli sindacali, Cgil in testa. Ma vi sono poi dei centri organizzati anche dalle categorie professionali o di settore. Quasi tutti, poi, sono accreditati anche presso la Provincia per compilare il quadro dell'Icef ottenendo, anche in questo caso, un rimborso, ma questa volta da piazza Dante.
La tegola che arriva da Roma, invece, può essere devastante: si parla di un mancato arrivo di mezzo milione di euro. «Non abbiamo ancora cifre esatte - spiega Lorenzo Pomini della Cisl - ma già sappiamo che andremo in rosso. Perché già ora lavoriamo con un margine praticamente inesistente. Anche sull'Icef abbiamo qualche problema e a giorni andremo a parlarne in Provincia: chiediamo un adeguamento che ci permetta di fornire un servizio altrimenti sulle spalle dell'ente pubblico. Vale anche per le dichiarazioni dei redditi: il governo non capisce che noi stiamo svolgendo un lavoro che dovrebbe invece essere a carico dei propri uffici con costi molti maggiori.
Le soluzioni? Be', al momento non ne vedo molte: aumento delle tariffe e taglio di qualche contratto a tempo determinato. Ed entrambe le soluzioni non ci fanno per niente piacere. Va tenuto presente che i Caf in questi anni hanno svolto un ruolo importante anche nel campo occupazionale. Abbiamo assunto personale e nei quattro mesi delle dichiarazioni dei redditi stipuliamo sempre alcune decine di contratti a tempo. Tutti aspetti che, senza quel sostegno economico, non potremo più ripetere allo stesso modo. Un ragionamento sull'Icef potremo farlo con la Provincia, ma sulle dichiarazioni dei redditi la vedo un po' più dura».