giudiziaria

Ha picchiato la figlia per 15 anni: a processo

Una donna di Trento è accusata per abuso di mezzi di correzione inseguiva la figlia con il battipanni e la umiliava facendola sentire cattiva



TRENTO. Ha picchiato al figlia per quindici anni. L’ha inseguita con il battipanni, l’ha insultata e umiliata fin da quando la figlia aveva 4 anni. L’ha anche ferita e l’ha convinta di essere cattiva. Dopo quindici anni, la situazione è venuta alla luce dopo che la scuola aveva presentato una segnalazione ai servizi sociali perché la ragazza aveva iniziato a falsificare la firma della mamma per giustificare le sue assenze.

E’ partita un’indagine della Procura presso il Tribunale dei minori e poi della Procura presso il Tribunale ordinario. Così la mamma è finita sotto processo con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione. La prima udienza si è tenuta nei giorni scorsi. Il processo è stato rinviato per sentire i testimoni. L’imputata è una donna di 37 anni che vive a Trento.

La ragazza era seguita dai servizi sociali dopo una segnalazione da parte della scuola che hanno ricostruito tutta la sua storia. La giovane frequenta la scuola superiore. Secondo quanto osservato dai servizi sociali, ha pessimi voti a scuola, anche se sembra avere una normale vita di relazione, ha amici e anche un fidanzato. La ragazza faceva anche molte assenze a scuola, tanto che i responsabili hanno chiamata la mamma per un colloquio, ma lei non si è presentata.

La ragazza ha spiegato che circa un anno fa la situazione in casa si era fatta difficile. La madre era diventata ancora più scontrosa e i litigi erano all’ordine del giorno. Da quanto accertato dai servizi sociali, tra mamma e figlia c’è un rapporto molto stretto, ma caratterizzato dai forti sbalzi. La mamma descrive la figlia come una ragazzina introversa, ma anche furba.

Sente molto il peso dell’educazione della figlia. Un peso che ricade tutto su di lei, visto che il marito vive lontano e con loro vive il nuovo marito della donna. Per questo motivo, la donna ha ammesso di aver avuto delle modalità di educazione molto restrittive nei confronti della figlia. La ragazza, infatti, ha il divieto di fumare, di farsi tatuaggi e deve consegnare il cellulare prima di andare a letto. Spesso, i compagni della ragazzina la prendevano in giro proprio per la severità della madre. Questo non faceva che peggiorare i rapporti tra mamma e figlia.

I rapporti, però, sono migliorati ultimamente, tanto che la donna di recente si è resa conto che la ragazza si è fatta un piercing, ma l’ha sgridata senza picchiarla. Adesso sarà il giudice di Trento a stabilire se si è trattato di un’educazione molto severa oppure se il comportamento che la mamma teneva costituiva reato.













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