«Grazie agli stranieri salvi 800 insegnanti e decine di classi»
Passerini, ex assessore e presidente delle Comunità di accoglienza: «Parlare di invasione è un controsenso»
TRENTO. Altro che stranieri che portano via il lavoro ai trentini. Per Vincenzo Passerini, presidente del Cnca, il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, vale il contrario: «La presenza di alunni stranieri sta salvando dai 7 agli 800 posti di lavoro per gli insegnanti e decine di classi. In tanti paesi e quartieri delle nostre città». L’ex assessore all’istruzione ha scritto un libro sul fenomeno migratorio: “Ricordati che sei stato straniero anche tu”. «Un capitolo - dice - si intitola “Ci salveranno i figli di un Dio minore” e parla proprio di questo, affrontando la questione dal punto di vista demografico e dei riflessi enormi che ha sulla scuola».
Partiamo dalla demografia.
Gli stranieri in Trentino sono 50.104 al primo di gennaio e rappresentano il 9,3% della popolazione. Sono in calo dell'1,4% rispetto al 2013, un calo che si registra da almeno tre anni. Si riducono in percentuale e in numeri assoluti. Quindi parlare di invasione è del tutto fuori luogo.
L'Onu nel luglio scorso ha diffuso un rapporto in cui dice che gli italiani sono un gruppo etnico in via di estinzione...
Sì, assieme alla Germania e al Giappone abbiamo il più basso tasso di natalità. È un Paese che sta invecchiano paurosamente: non ci sono mai stai così pochi nati dai tempi dell'unità d'Italia: 509 mila nel 2014 secondo l'Istat.
E il Trentino?
Pur avendo una natalità leggermente superiore, presenta una situazione analoga. Anche qui le culle sono sempre più vuote. I nati al primo gennaio 2015 sono stati 4.862, contro 4.753 morti: i primi sono calati di 487 unità rispetto al 2012. I figli di genitori stranieri sono 833: è solo grazie a loro che il saldo naturale è positivo: di 109 persone.
Come intervenire?
C'è un problema di politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità che andrebbero adottate, per colmare almeno in parte un calo che è significativo anche in Germania. Su questo potrebbero riflettere sia i governanti italiani che trentini.
Passiamo ai riflessi sulla scuola.
Nell'anno scolastico 2014-2015, su un totale di 86.656 alunni (scuole infanzia, elementari, medie, superiori e formazione professionale) gli stranieri sono stati 10.516, il 12,14% del totale. Calcolando il rapporto fra insegnanti e alunni possiamo ragionevolmente dire che tra i 700 e gli 800 insegnanti possono lavorare grazie alla presenza di questi alunni. Non è vero che gli stranieri portano via il lavoro: lo portano. Inoltre mantengono in vita le scuole: quante altrimenti dovrebbero chiudere?
Quali le politiche da adottare?
La conclusione è che bisogna investire sempre più risorse e attenzione nell'integrazione, in modo che questa presenza di stranieri nelle scuole sia supportata e possano raggiungere livelli scolastici significativi con progetti educativi mirati. Le scuole stanno lavorando bene e lo dico da ex assessore all'istruzione, ma bisogna continuare su questa strada. La percentuale di abbandono e di ripetizioni è ancora ovviamente di molto superiore per gli stranieri.
In queste settimane si parla molto dei profughi...
Quello è un discorso a parte. Stiamo parlando di numeri molto ridotti rispetto ai 60 milioni del 2014: in Europa arriva una goccia. Siamo dentro un cataclisma mondiale al quale non possiamo immaginare di essere estranei. Vanno attivati, come già accade, progetti di aiuto per integrare questi piccoli gruppi nei Comuni: una parte andrà via e chi rimarrà potrà essere positivamente integrato nel tessuto trentino, dove abbiamo visto che l'immigrazione rappresenta un fenomeno positivo. La presenza dei giovani è vitale anche per i conti della previdenza sociale. Bisogna essere realisti e non c'è nulla di più realistico dei dati demografici e statistici. Quello che serve sono politiche di integrazione positive: non certo sollevare allarmi e paure.