Gli studenti a Bassi: «Serve più collegialità»
Il presidente del Consiglio studentesco al rettore: non possiamo dire di essere ascoltati
TRENTO. Le dimissioni del pro-rettore Giovanni Pascuzzi hanno acceso i riflettori sul nuovo Statuto dell'Università di Trento e, soprattutto, sui delicati rapporti tra l'autonomia dell'ateneo e quella della Provincia. Dopo lettere e documenti di docenti, che hanno coinvolto anche l'ex rettore Fulvio Zuelli e l'ex preside Marco Andreatta, nei giorni scorsi si sono mossi anche gli studenti. Il Consiglio, infatti, oltre a nominare Alice Cannone come membro della commissione Statuto, ha approvato un documento - inviato al rettore Davide Bassi, ma anche al presidente della Provincia Lorenzo Dellai - che propone alcuni metodi per la prosecuzione dei lavori "ispirati alla trasparenza e alla collegialità".
«Come studenti - afferma Alessio Spitaleri, attualmente presidente del consiglio degli studenti - vogliamo e intendiamo partecipare, seppur limitati dalle disposizioni delle norma di attuazione, ai lavori della commissione. E vogliamo assicurarci una possibilità reale di incisione, e non solamente teorica. E' fondamentale, in questo senso, rafforzare il colloquio con i commissari proprio per partecipare alle decisioni che riguarderanno il nostro futuro in ateneo».
In seguito alla nomina della commissione che dovrà redigere il nuovo Statuto ci sono stati forti malumori al'interno dell'Università. C'è chi teme che possa essere calato dall'alto e anche per questo il pro-rettore Pascuzzi ha dato le dimissioni. Che idea s'è fatto?
Credo che la commissione possa vantare nomi di altissimo livello e questo può farci sperare in un lavoro ben fatto. Sul tema delle nomine, penso che sia da sottolineare l'importanza dello Statuto come strumento di manifestazione dell'autonomia della nostra Università. In quest'ottica mi trovo d'accordo con il professor Pascuzzi rispetto alla preoccupazione per uno Statuto che rischia di non rispettare la reale indole del nostro ateneo.
Come studenti vi sentite coinvolti in questo passaggio epocale, con la delega che passa dallo Stato alla Provincia?
Ci sentiamo certamente coinvolti, ma il problema è il basso profilo partecipativo che ci è concesso. In varie occasioni abbiamo dimostrato le nostre perplessità, facendo proposte costruttive alla commissione dei 12 e dialogando con il rettore. Purtroppo, ad oggi, non possiamo dire di essere stati particolarmente ascoltati.
Il rettore Bassi ha detto che si sta costruendo l'Università del futuro e che, in sostanza, è meglio essere un po' meno liberi, ma un po' più ricchi (grazie ai finanziamenti della Provincia), per avere un ateneo sempre più competitivo a livello internazionale. Condivide questa visione?
Credo che le cose non siano in contrapposizione: si può godere di finanziamenti più ingenti e insistere sul valore dei progetti dell'ateneo, sorti in un contesto di "libera iniziativa". Sarebbe bene favorire la libera iniziativa di professori e studenti, che vivono e "rendono viva" l'Università attraverso meccanismi di valutazione efficienti.
In questo momento così importante, su cosa dovrebbe puntare davvero l'Università di Trento per migliorarsi, almeno dal vostro punto di vista?
In questo momento l'ateneo trentino può già vantare un'ottima posizione su scala nazionale e non solo. Da studente mi auguro che si possa continuare a beneficiare degli ottimi servizi oggi offerti e delle attività didattiche altamente formative.
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