Gli Schützen dicono "No" all'adunata degli Alpini
I cappelli piumati si oppongono alla grande adunata celebrativa che si dovrebbe svolgere nel 2018 a Trento. Corona: "Ferita ancora aperta"
Trento. Nel 2018 a Trento dovrebbe tenersi la grande adunata degli Alpini per ricordare la vittoria italiana della Grande Guerra contro gli imperi dell'europa centrale con la conseguente annessione di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. "Per noi resta una ferita ancora aperta", ha commentato al TG3 Regionale il vicecomandante degli Schützen trentini Giuseppe Corona dopo aver bollato come "giuda" gli irredentisti trentini che avevano scelto di combattere per l'Italia.
"Invece che a Trento - ha aggiunto Corona rivolgendo il suo appello al presidente degli Alpini Maurizio Pinamonti - diamo vita a una giornata in Presena nel segno della democrazia, della libertà e dell’antifascismo, contro la violenza delle guerre e delle dittature il tutto sotto il vessillo della bandiera europea".
"Senza entrare nel merito delle dichiarazioni degli uni o degli altri - il commento di Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt in consiglio provinciale - trovo davvero inutile e stucchevole, ma anche pericolosa, questa continua, logorante, assurda contrapposizione fra Alpini e Schützen che dura ormai da anni. Non è infatti creando odio e contrapposizione che si risolvono i problemi, bensì con il dialogo. E’ con il dialogo e con la collaborazione che la gran parte degli Schützen sono riusciti a farsi apprezzare per l’impegno genuino nel volontariato e nella salvaguardia dei valori che rappresentano. A loro va la nostra più viva e sincera riconoscenza. Così come la nostra riconoscenza va a gran parte degli Alpini, in prima linea ogni giorno non per fare propaganda, come crede qualcuno, ma per dare innanzitutto una mano a chi ha bisogno".
Per Baratter Schützen e Alpini, al di là delle divise e delle bandiere, rappresentano l’anima più bella del Trentino "fatta di attaccamento alle tradizioni, ai valori degli antenati, alla montagna, alla solidarietà nei confronti dei più deboli". E per questo conclude auspicandosi che le due anime "della nostra terra debbano sempre più avvicinarsi e lavorare insieme per tenere vivo lo spirito autonomistico delle nostre genti".