Gli ambientalisti denunciano: allungata la stagione di caccia
TRENTO. Le associazioni ambientaliste che siedono con i loro rappresentanti nel Comitato faunistico provinciale (ovvero Legambiente, Lipu, Pan Eppaa WWF), protestano contro l’allungamento del periodo...
TRENTO. Le associazioni ambientaliste che siedono con i loro rappresentanti nel Comitato faunistico provinciale (ovvero Legambiente, Lipu, Pan Eppaa WWF), protestano contro l’allungamento del periodo venatorio appena approvato in provincia per la stagione 2018/2019. «Martedì il comitato faunistico provinciale, a grande maggioranza di cacciatori, su proposta del servizio foreste e fauna ha deciso l'allungamento della prossima stagione venatoria con la chiusura della caccia da capanno (foto) al 30 gennaio anziché al 15 come quest'anno. Mai negli ultimi 20 anni si era arrivati a questa data» scrivono in un documento. Si tratta secondo le associazioni critiche dell’ «ennesimo regalo ai cacciatori e la dimostrazione che la fauna selvatica è gestita nell’interesse dei cacciatori e non della comunità come dovrebbe essere». La nota divulgata spiega che «Per legge lo possono fare in quanto con nuovi parametri sulle migrazioni lo permettono, anche se non c'era alcuna necessità di farlo - prosegue la presa di posizione degli ambientalisti - strano però che il parere dell’ Ispra preveda anche l'apertura il primo ottobre anziché la terza di settembre, ma i pareri vengono presi in considerazione quando vogliono, quindi solo quelli che possono agevolare l'attività venatoria».
Al documento il delegato della Lipu, Sergio Merz, ha allegato un elenco con quelli che lui ha definito «gli impressionanti numeri delle stragi di uccelli migratori di questi ultimi 10 anni». Vi si legge che in Trentino si uccidono ogni anno dai 100.000 ai 160.000 uccelli, senza considerare i feriti e non denunciati. Le specie più numerose abbattute in questi 10 anni – cita il documento - sono il tordo bottaccio (305.337 esemplari), il merlo (305.028 esemplari), la cesena (284.010 esemplari) il tordo sassello (93.502 esemplari), la beccaccia (42.988 esemplari), la ghiandaia (36.250 esemplari), l’allodola (6.944 esemplari), il germano reale (6.537 esemplari), il colombaccio (2.381 esemplari) e la tortora (1.222 esemplari). (m.d.t.)