Gli albergatori: «No alla tassa di soggiorno»
Il presidente dell’Unat Bort contro la decisione della giunta provinciale: «Rischia di essere il colpo di grazia per molte strutture»
TRENTO. L’Unat - Unione albergatori, l’associazione di categoria degli albergatori trentini aderente a Confcommercio Trentino, commenta duramente la proposta della Giunta provinciale, inserita in un disegno di legge approvato lunedì, di introdurre una tassa di soggiorno per i turisti che arrivano in Trentino. «Basta tasse - ammonisce il presidente Giovanni Bort - che andranno ancora a gravare sui bilanci già in difficoltà delle imprese. Se su alcuni punti del disegno di legge presentato dalla Giunta - spiega Bort - possiamo essere d’accordo e notiamo che addirittura raccolgono alcune nostre indicazioni, sull’ipotesi di introdurre la tassa di soggiorno la nostra opposizione è dura e categorica. È impensabile colpire un settore che, nonostante le pesanti condizioni in cui si trova, riesce ancora a tenere a dritta la barra dell’economia trentina, contribuendo con un 20% di Pil».
«Ci sono molti alberghi in Trentino - prosegue il presidente Unat - che faticano e che sono a rischio default. L’introduzione della tassa di soggiorno rischia di essere il colpo di grazia: a pagare, infatti, non sarà tanto il turista quanto, soprattutto, l’albergatore e l’intero sistema ricettivo. E se fino a ieri potevamo usare la mancanza della tassa come vantaggio sui territori vicini, oggi non è più possibile e questo si tradurrà in un danno ulteriore».
«Prima di tutto - conclude Bort - si facciano azioni incisive e profonde su riorganizzazione e ottimizzazione dei servizi, puntando a gestioni virtuose e ad economie di scala che consentano di ridurre i costi dell’operatività. Ritengo che anziché introdurre nuove tasse sia il caso di ridurre la spesa pubblica e gli sprechi. In Italia l’imposizione fiscale è già alle stelle e fuori da ogni ragionevole limite: andare ad aumentarla è irresponsabile e pericoloso per la tenuta del nostro sistema economico già vittima di molte criticità. Ci riserveremo di intervenire con ogni mezzo a nostra disposizione per far sentire la nostra voce e impedire l’introduzione di questa nuova, ingiusta, gabella».