Gilmozzi: «Sulle Rsa il Pd sta con Zeni»

Imbarazzo per il mailgate. L’assessore e le accuse a Civico: «Ci siamo chiariti». Manica: «L’attacco a me? Il tema era altro»


di Chiara Bert


TRENTO. Si può stare nello stesso partito senza essere amici, perfino detestandosi. Un dato di fatto che nel Pd trentino è ampiamente assodato. E così anche gli ultimi veleni sono stati (per il momento) riseppelliti. Il «mailgate» che per 48 ore ha tenuto tutti con il fiato sospeso si è chiuso «per carità di patria, andare avanti sarebbe stato disastroso per tutti», commentava ieri a microfoni spenti un consigliere provinciale. Le accuse messe per iscritto dall’assessore alla sanità Luca Zeni nei confronti di Mattia Civico in una mail inviata al coordinamento, al gruppo provinciale e ai parlamentari - «non accetto ritorsioni sulla riforma delle Rsa perché non ho ceduto alle tue pressioni su alcune nomine nella sanità» - sono state lasciate cadere. «Avute le scuse da Zeni, la cosa si è chiusa con una stretta di mano. Attribuisco certe parole alla concitazione del momento», ha spiegato ieri Mattia Civico. L’assessore non vuole entrare nel merito: «Sono cose interne nostre che non interessano, con Civico ci siamo chiariti». Caso archiviato, così come il feroce scambio tra i due avvenuto sulle scale del consiglio provinciale subito dopo la spaccatura in aula sulla riforma delle Rsa (dove Civico, Borgonovo Re e Plotegher si sono astenuti). «Siamo chiamati a ricoprire ruoli istituzionali, io non ho problemi personali con nessuno», dice Zeni, «a me interessava che ci fosse piena condivisione della linea del Pd sulla riforma delle Rsa, per non affaticare un percorso già difficile». Giovedì sera nel coordinamento del partito l’assessore ha chiesto che su questo ci fosse una presa di posizione chiara. E l’ha ottenuta. «Abbiamo condiviso che il voto di astensione in aula è stato un errore, riconosciuto da tutti», sintetizza il segretario Italo Gilmozzi, «il partito riconosce la qualità del percorso partecipato portato avanti dall’assessore Zeni e condivide i contenuti della proposta sottoscritti nel documento di maggioranza». Caso chiuso? Il documento era stato criticato nei contenuti dai tre dissidenti, anche se il progetto di riorganizzazione - ripetono tutti - è ancora in fieri. Sulla riforma sarà chiamata a esprimersi l’assemblea. Si tratta ora di vedere quanto reggerà l’ennesima tregua. Intanto il capogruppo Alessio Manica, destinatario di un duro attacco di Civico (che ha criticato la gestione del gruppo, facendo il nome di Lucia Maestri come alternativa preferibile), risponde così: «Ci sono state delle critiche di Civico in una riunione in cui il tema era un altro. Tutti pronti a fare di più. Tutti però». «Se ci sono difficoltà di rapporto, si chiariscano tra loro, non ho nulla da dire», chiosa Gilmozzi.

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