Gare pilotate in Ateneo: chiesti i danni 

La Corte dei Conti ha inviato all’ex dirigente Rinaldo Maffei e a una collaboratrice un conto da 153 mila euro 



TRENTO. Piove sul bagnato per Rinaldo Maffei, l’ex responsabile della Direzione patrimonio immobiliare e appalti dell’Università di Trento. Dopo la chiusura dell’inchiesta penale della Guardia di Finanza sugli appalti spezzatino all’Ateneo, adesso arriva la Procura della Corte dei Conti che ha inviato a Maffei e alla sua ex collaboratrice Lucilla Giuri un invito a dedurre contestando all’ex dirigente un danno erariale di 140.115 euro inferto all’Università e alla collaboratrice di 13.464 euro, importi da maggiorare con gli interessi e la rivalutazione monetaria. Adesso Maffei e Lucilla Giuri potranno depositare le loro controdeduzioni e poi il procuratore regionale della Corte dei Conti Marcovalerio Pozzato potrà decidere se andare avanti e citare i due a giudizio davanti alla magistratura contabile.

Il procuratore contesta di aver turbato le gare di alcuni appalti dell’Università per l’affidamento di incarichi, servizi e forniture pubbliche. La prima gara oggetto della contestazione è quella della ristrutturazione proprio della Direzione appalti in via Rosmini, secondo la Procura della Corte dei Conti, Maffei, insieme alla collaboratrice, avrebbe disposto che i progettisti dei lavori frazionassero il computo metrico in modo tale che ogni lotto restasse al di sotto dei 40 mila euro. In questo modo hanno potuto procedere ad almeno 29 affidamenti diretti, ovvero senza gara d’appalto o procedura concorrenziale, per un valore di 811 mila euro. Questo nonostante che Maffei fosse ben consapevole che si trattasse di un’opera unica. Secondo l’accusa avrebbe scientemente spezzettato, «a vantaggio proprio di altri sodali», l’appalto per poter affidare i lavori in via diretta affidando consulenze e incarichi esterni a professionisti esterni e non usando le professionalità interne all’amministrazione.

La Guardia di Finanza ha anche affidato l’incarico a un ingegnere del Comune di Trento, Giorgio Bailoni, per calcolare quali sarebbero stati i costi per l’Università in caso di regolare svolgimento della gara d’appalto.

La stessa ex direttrice Giancarla Masè alla Finanza ha detto che avesse saputo che il costo stimato sarebbe stato di 850 mila euro avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni a Maffei. Facendo i calcoli, la Procura ha stimato che, alla fine, l’Università avrebbe speso 728.501 euro e che l’Ateneo avrebbe risparmiato 67 mila euro rispetto ai 795 mila euro spesi. Oltre a questo, la Procura contesta a Maffei anche l’illegittimo conferimento di incarichi esterni, in presenza di qualificati tecnici interni. In questo caso, il danno erariale sarebbe di 86.259 euro. Per questo il totale del danno contestato è di 153.579. Secondo il Procuratore, «il comportamento gravemente colpevole del Dirigente che ha adottato il provvedimento di artificioso frazionamento dei lavori deve essere ricondotto a dolo specifico di particolare rilevanza, essendo accompagnato alla sprezzante trascuratezza dei propri doveri. Al Maffei, per tali motivi, deve essere addossato il 100% del danno derivante dall’affidamento degli incarichi di progettazione a professionisti esterni (pari a 86.259,78 euro) e l’80% del danno erariale conseguente all’attività con cui si è proceduto prima a frazionare artificiosamente i lavori di ristrutturazione (pari a 67.319,28 euro)». Mentre alla collaboratrice viene contestato il restante 20%, ovvero 13.564 euro. (u.c.)













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