Franchini, impresa in Cina: in solitaria fino a 6.618 metri 

La guida alpina di Campiglio, 28 anni, ha sfidato il gigante  di ghiaccio aprendo una nuova via mai percorsa prima


di Elena Baiguera Beltrami


TRENTO. Nuova impresa alpinistica in territorio cinese per Tomas Franchini 28 anni, guida alpina di Madonna di Campiglio, il ragazzo conquista la vetta dell’Edgard, aprendo in solitaria una nuova via sulla parete ovest dell’Edgard (6.618 metri) nella regione del Sichuan. E’ il 7 ottobre, Tomas Franchini è al campo base avanzato, il “campo degli Italiani”, a 5.250 metri, il monte Edgard con la sua vetta inviolata è là, davanti a lui, arcigno, maestoso, scintillante, illuminato a giorno dalla luna. Tomas non riesce a distogliere lo guardo, mentre il sonno e il freddo intorpidiscono le membra di François Cazzanelli, Emrik Favre, Francesco Ratti, Matteo Faletti e Bicio Dellai i compagni di spedizione. L’Alpinista trentino si gira e si rigira nel sacco a pelo senza riuscire a prendere sonno e pensa alla conversazione di qualche ora prima, quando con i compagni trentini e valdostani tornavano al campo base, dopo aver scalato una cima inviolata di 6.174 metri, che hanno chiamato “Twenty Shan”. “E se io tentassi la salita in solitaria sulla ovest dell’Edgrad ragazzi? Che ne dite? Lo so che è un fuori programma, lo so, potrebbe essere un azzardo, ma sento che ce la posso fare”. I compagni non avevano opposto obiezioni, confidando nella preparazione tecnica dell’amico. Alle 23, dopo qualche tentennamento, Tomas rompe gli indugi, si alza, prepara freneticamente lo zaino e si incammina verso il gigante di neve e ghiaccio. Sapere che nessuno era mai arrivato in vetta, solo un tentativo fallito da parte di un team russo nel 2009, è una molla che scarica adrenalina a fiumi. Dopo circa sei ore di salita veloce e leggera su lingue di ghiaccio sottili come carta velina, Tomas è in vetta, non senza aver oltrepassato crepacci, neve inconsistente, non senza aver rabbrividito vedendo crollare una cornice di ghiaccio enorme a 5 metri da lui. Lassù la gioia è immensa, fino alle lacrime. Tomas, una delle giovani promesse dell’alpinismo italiano insieme al fratello Silvestro, è solo su quella cima mai calpestata da anima viva e ha vinto. “The Moon’s Power” è il nome della nuova via in solitaria sull’inviolata parete ovest dell’Edgar, all’estremo est della catena Himalayana. A fine ottobre tutto il team è sul monte Edgar: in poco più di un mese la spedizione trentina e valdostana ha aperto cinque nuove vie e salito sei picchi inviolati. Due vette le hanno dedicate agli amici Gérard Ottavio e Joel Deanoz, scomparsi lo scorso autunno sul Cervino, mentre le altre tre alla mamma e alle zie di François: la “Cresta delle 3 sorelle”, che unisce: punta Barbara, Punta Elisabetta (5.740 metri) e Punta Patrizia (5.852 metri). Tomas grazie alla generosità dei compagni e ad una fortissima cifra alpinistica è tornato a casa con in tasca la prima grande impresa senza il fratello: una nuova via in solitaria sull’Edgard, una montagna difficile, lontana e selvaggia, che lui ha scalato per primo e da solo.















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