Fondo strategico a rischio «C’è chi vuole bloccarlo»

Allarme di Confindustria e sindacati: «Resistenze per non farlo partire» Mazzalai: «Sarebbe clamoroso autogol». Cgil, Cisl e Uil: «Incredibile miopia»



TRENTO. La gara per la gestione è stata bandita a fine aprile: il termine per partecipare scade il 30 giugno. Ma il fondo strategico regionale, messo in cantiere dall’allora giunta Dellai per sostenere l’economia locale e gli investimenti sul territorio, potrebbe saltare o essere indebolito. L’allarme arriva dai sindacati e da Confindustria, che ieri sono intervenute con due distinte note a poca distanza una dall’altra.

Parliamo di 150 milioni di euro - 75 stanziati dalla Provincia di Trento, altrettanti da Bolzano - a cui si aggiunge un investimento deliberato da Laborfonds fino a 125 milioni, con l’aspettativa che all’operazione partecipino altri soggetti, a partire dalle banche. Il meccanismo è basato sull’emissione di obbligazioni da parte delle imprese che verrebbero acquistate dal fondo per finanziare gli investimenti. Ma a bando di gara aperto, ecco circolare voci di resistenze a far decollare il fondo. Di chi? Da parte della politica, ovvero delle due Province, pare di capire leggendo tra le righe dei comunicati di ieri. «Se ci sta a cuore lo sviluppo della nostra regione, non possiamo permetterci di rinunciare a centinaia di milioni di euro da investire a livello locale», incalzano Paolo Mazzalai e Stefan Pan, presidenti di Confindustria Trento e Assoimprenditori Alto Adige. «Ciò nonostante, recentemente si sono fatte più forti le resistenze per non far partire il Fondo strategico, modificando i criteri di investimento ed esponendo di fatto l’intera operazione a probabili e costosi strascichi legali. Ma un eventuale rinvio sarebbe un autogol clamoroso. Chi mira a bloccare l’attivazione immediata del Fondo strategico deve assumersi la responsabilità di gettare al vento queste risorse, proprio quando le nostre aziende soffrono a causa di una cronica mancanza di liquidità».

Rincarano la dose Cgil, Cisl e Uil: «Il fondo rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo del nostro territorio - scrivono Paolo Burli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - circolano in queste ore alcune indiscrezioni su un possibile blocco o indebolimento. Oltre alla delicatissima questione della percorribilità giuridica di tale ipotesi, diciamo che chi non vuole il fondo non ha compreso i benefici dello stesso per le imprese e i lavoratori della nostra regione, che hanno assoluto bisogno di risorse fresche e di strumenti innovativi per superare la crisi. Inoltre Laborfonds, istituito dalle parti sociali, ha scelto di contribuire con una quota del suo patrimonio a questa iniziativa di sostegno all'economia. Rifiutare l'apporto di tali risorse, non dovute e per nulla scontate, rappresenterebbe davvero un atto di incredibile miopia», è il messaggio lanciato a Rossi e Kompatscher.













Scuola & Ricerca

In primo piano