Fermato alla stazione con 20 mila euro in valigia 

Il mediatore trentino era stato intercettato di ritorno da un viaggio a Roma Per la procura sarebbe stato il promotore ma non avrebbe guadagnato un euro



TRENTO. Per la procura il ruolo di Angelo Allegretti sarebbe stato quello di promotore, colui che aveva fatto incontrare i dipendenti dell’azienda sanitaria altoatesina da una parte e gli imprenditori dall’altra. Il «trait d’union» fra i due mondi, colui che aveva i contatti e che portava materialmente i soldi per fare in modo che quei contratti (tutti sotto la soglia dei 46 mila euro e quindi ad invito) finissero dove dovevano finire. Ed è stato con una valigetta piena di soldi - 20 mila euro per la precisione - che Allegretti è stato fermato la sera del 19 gennaio dagli investigatori in stazione a Trento. Soldi che l’uomo - secondo la ricostruzione che è stata fatta dalla procura - era andato a prendere nella capitale e che dovevano finire nella mani di Roberto Lepore, dipendente dell’ospedale di Merano. Un sequestro di denaro che ha portato il giorno successivo a decine di perquisizioni in Trentino, in Alto Adige, ma anche a Roma (dove ha la sede la Tecno Service srl) e nella provincia di Reggio Emilia che ospita la sede operativa della Heka srl.

Angelo Allegretti, 49 anni, originario di Foggia ma da tempo residente in città, è un nome noto nel mondo della sanità. Fa parte - ma ha abbandonato ogni incarico direttivo - della trentina Ams. Impresa, è bene sottolinearlo, che questa inchiesta della procura non ha minimamente toccato. È chiamato a rispondere delle pesanti accuse Angelo Allegretti (che si è affidato agli avvocati Degaudenz e Dal Rì) come persona mentre la società risulta essere completamente estranea alla vicende a centro dell’inchiesta. Come detto Allegretti è uno che conosce tante persone nell’ambito della sanità perché ci lavora da tantissimi anni. Contatti, numeri che per la procura avrebbe usato per arrivare a ricoprire il ruolo da intermediario, per trasformarsi in un tramite - illegale - fra il mondo delle imprese e quello di chi gli inviti alle gare li doveva fare. Ma, e questo è un punto che sarà probabilmente oggetto di ulteriori accertamenti, avrebbe fatto tutto questo senza ricevere un compenso. Sono state fatte le prime verifiche, anche bancarie, e non risulterebbe nessun tornaconto economico per l’uomo. Che quindi non si sarebbe arricchito in questa ragnatela corruttiva che è stata ricostruita dagli investigatori del Noe dei carabinieri e della squadra mobile della polizia. Cosa avrebbe quindi spinto Allegretti a prestarsi a fare da «fattorino» portando denaro di un romano ad un dipendente dell’azienda sanitaria dell’Alto Adige? Pare il desiderio di essere fra quelli che contano, di essere forse tenuto in considerazione in futuro. Ma è stato fermato, appena sceso dal treno un venerdì sera di gennaio, con una valigetta con 20 mila euro. E ora è agli arresti domiciliari. (m.d.)













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