Fenomenologia di un segretario «social» 

Mezz’ora di selfie dopo il comizio. Cartoline da star e un iconico maglione: il Salvini comunicatore



TRENTO. Meno di 25 minuti di comizio. Al termine oltre mezz’ora di selfie. Con tutti, letteralmente. Matteo Salvini l’altra sera alla Cooperazione, se ce ne fosse stato bisogno, ha confermato di essere attentissimo alla comunicazione, utilizzando codici più assimilabili a quelli di un attore o di un cantante, piuttosto che di un politico.

«Bene, chi vuole farsi una foto con me si metta in fila da questa parte». La sala si è alzata composta e gli ascoltatori del comizio hanno salito i tre gradini del palco ricoperti di velluto rosso. Salvini, senza fretta e senza mostrare segni di stanchezza si è messo pazientemente in posa di fronte a centinaia di smartphone. Quasi tutti gli hanno posto la classica domanda “Matteo, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti a ....” e il segretario non ha deluso nessuno, cercando davvero di riportare alla memoria il suo lungo frequentare il Trentino.

Sul tavolo l’organizzazione ha predisposto le cartoline da firmare, le stesse che utilizzano appunto i personaggi dello spettacolo. Foto con ampio spazio bianco. Non sono stati pochi quelli che, dopo aver fatto il selfie, si sono accostati con 2/3 cartoline: «Me le puoi firmare? Non sono per me, ma per mia cugina che questa sera non poteva essere qui».

Salvini negli ultimi giorni si quasi sempre fatto vedere con una maglia dolcevita di colore piombo. Un look informale, in tinta rassicurante, che prende la distanza da quello del politico codificato, in giacca e cravatta, che rimanda ai maglioni blu, tutti uguali di Giorgio Armani, dello stesso Silvio Berlusconi nelle occasioni più informali. Per non citare l’uomo che il proprio maglioncino girocollo lo ha fatto diventare una sorta di icona di stile: ovvero lo scomparso, geniale, Steve Jobs, patron della Apple.

Un Salvini che è stato giornalista, era direttore di radio Padania, che non si sottrae alla moda di parlare male degli ex colleghi: «Di quello che leggerete nei giorni prossimi sulla formazione del governo credete ad un terzo, sono quasi tutte balle. I giornalisti sono così, esclusi i presenti» ha chiosato, strizzando l’occhio alla platea il segretario superstar.

Ultimo aspetto: i social, elemento imprescindibile della comunicazione moderna. Per Facebook è seguito da una mini troupe di giovani che garantiscono le dirette con luci e microfoni aggiuntivi, aperte da un “Sono in diretta da ... mi seguite?”. Instagram, invece, lo cura di persona ed è lo specchio soprattutto del Salvini privato. C’è poco politica e molta vita quotidiana. Grigliate, passeggiate, comprese il selfie che campeggia in questa pagina. Insomma un segretario attento comunicatore che ha trascinato la Lega dove non pensava nessuno.(g.t)













Scuola & Ricerca

In primo piano