Famiglie in crisi, difficile pagare i debiti
Raddoppiate in due anni le sofferenze bancarie, ma i trentini tornano a risparmiare
TRENTO. Negli ultimi due anni i debiti che i trentini non riescono ad onorare con le banche sono raddoppiati. E' la crisi che morde e non fa sconti, nemmeno in Trentino. Dove, però, le formichine non si sono arrese e, quasi come contraltare, continuano nella loro meticolosa opera di risparmio tanto da incrementare i depositi nei conti correnti. Sono i dati di Bankitalia a fare una fotografia, imprecisa ma significativa, degli effetti della crisi internazionale che si riflette sulla gestione quotidiana dei capitali da parte delle famiglie e delle imprese.
A fare particolarmente effetto è la voce "sofferenze" che registrata una inarrestabile scalata e un incremento estremamente rapido. Le ultime cifre disponibili sono quelle di luglio e segnalano, a Trento, 723 milioni di euro su cui le banche difficilmente potranno rimettere le mani. O, almeno, non potranno farlo subito, sperando in una improbabile inversione delle tendenze economiche che permettano a famiglie e imprese di onorare i propri debiti. La situazione è precipitata negli ultimi due anni: si è passati dai 293 milioni del gennaio 2009 agli oltre 720 del luglio scorso. Segno inequivocabile che i nodi - e i debiti - stanno arrivando al pettine.
A soffrire di più sono inevitabilmente le aziende. Per loro la difficoltà nel ripagare i prestiti è addirittura triplicata negli ultimi due anni e oggi, a Trento, supera i 600 milioni di euro. Era solo di 242 milioni nel gennaio del 2009 quando la crisi in Trentino ancora era un'ipotesi e ci si attendeva l'onda lunga con una piccola speranza che magari girasse al largo. Così non è stato e le aziende si sono premunite di dotarsi di liquidità per far fronte al momento di stagnazione. Ma la crisi sta diventando più lunga del previsto e il denaro è finito o sta finendo. Anche quello delle banche che ora tentano disperatamente di rientrare dei loro soldi. E la cosa, attualmente, è impossibile o comunque meno difficile. Anche nel caso della copertura di garanzie immobiliari.
E' diffusa, infatti, la tendenza delle banche ad aspettare più del dovuto per avere i propri liquidi, piuttosto che accollarsi le proprietà gravate di ipoteca perché pure il mercato immobiliare è un disastro. Si passa così alla ricontrattazione del debito, si diluiscono le rate, si allungano i tempi e intanto si registrano le sofferenze. In attesa di tempi migliori. Pure le famiglie vivono la stessa esperienza, perché anche loro sono alle prese con la necessità di spendere per il menage a fronte di una stretta delle borse da parte degli istituti di credito. Chi ha mutui aperti si trova ad affrontare il problema del saldo delle rate. E nel momento in cui ci sono difficoltà occupazionali il salto dell'appuntamento mensile non è poi così raro. La questione è sempre legata alla carenza di denaro circolante e al suo prezzo, diventato ancora più caro da quando le società di rating hanno ridotto l'affidabilità dello Stato e delle banche.
Vale anche qui il discorso fatto per le aziende: i mutui ipotecari molto spesso non sono appetiti dagli istituti che erogano i prestiti per il difficile momento del mercato dell'immobile. E le banche non hanno alcuna intenzione di riempire i propri magazzini di case e appartamenti che non riusciranno a vendere. Ecco perché preferiscono ricontrattare il mutuo e, nello stesso tempo, stringere i cordoni della borsa sulle nuove necessità delle famiglie. Le quali nel momento di difficoltà hanno deciso di imboccare comunque la via del risparmio: un po' perché i trentini ce l'hanno nel Dna, un po' perché non si fidano per niente del futuro e cercano di mettere da parte quello che possono. Lo dimostra l'impennata di depositi registrato da Bankitalia nei primi sette mesi dell'anno: dopo un 2009 e un 2010 con accumuli risicati, in questi mesi c'è stato un aumento della voce depositi familiari di mezzo miliardo. In contemporanea si è registrato un leggero freno al ricorso ai prestiti.