Fallimenti, un anno terribile
Nel 2014 il record di 111 procedure aperte, due anni fa erano la metà. Ecco i casi più clamorosi
TRENTO. Triste record nel 2014 per i fallimenti in Trentino. Le procedure concorsuali, fallimenti e concordati, sono arrivate a quota 111 nel territorio del Tribunale di Trento. Una vetta, ma sarebbe meglio dire un abisso, mai toccata prima, almeno non negli ultimi quindici anni.
La crisi non risparmia più nessuno e le imprese che devono portare i libri contabili in Tribunale perché sommerse dai debiti aumentano. L’anno scorso le procedure concorsuali erano state 92 e già era un record nero anche quello. Basti pensare che due anni fa, nel 2012, tra fallimenti e concordati si era arrivati a 59, mentre nel 2011 erano stati 54. Cioè la metà di quelli registrati negli ultimi dodici mesi. E dire che prima dell’esplosione della crisi, quanto l’economia tirava, in un anno si registravano dalle 30 alle 40 debacle finanziarie delle imprese.
Nel 2008, l’ultimo anno buono, ad esempio le procedure concorsuali erano state 31, nel 2007 36 e nel 2006 eravamo a quota 31. Anche andando a cercare all’indietro nel tempo, si vede che un tempo i fallimenti erano relativamente pochi, sempre sotto i 30 all’anno. Tutta un’altra epoca. Adesso si veleggia ben sopra quota 100. Segno che l’economia trentina non solo stenta a riprendersi ma che, anzi, sta andando sempre peggio. In questi anni molte di queste imprese hanno tenuto duro, hanno stretto i denti, hanno aperto mutui ipotecando anche beni immobili. Speravano in una ripresa che non è ancora arrivata. Così, mano a mano, hanno dovuto arrendersi e chiedere il concordato oppure il fallimento. La differenza sta nel fatto che con la prima procedura si può continuare a tenere aperta l’attività, si chiama concordato in continuità aziendale, e si paga una quota dei debiti ai creditori. Con il fallimento, invece, l’azienda chiude e i creditori recuperano in proporzione parte dei beni che restano e che saranno venduti dal curatore. Guardando la lista che si può trovare sul sito del Tribunale di Trento, si può osservare come tutti i settori siano interessati da questa ondata negativa.
La parte del leone la fa sempre il settore dell’edilizia, ma non mancano alberghi, aziende di trasporto, distillerie e società energetiche. Tra le procedure più clamorose ci sono quelle riguardanti la Pvb solutions spa e la Pvb fuels spa, ovvero l’ex Petrolvilla, che hanno chiesto il concordato con riserva. Le due aziende danno lavoro a oltre 400 persone. Il Tribunale ha concesso tempo fino al 15 febbraio per presentare la proposta ai creditori. Poi sarà l’assemblea dei creditori a dire se la proposta di pagamento di quota dei debiti sarà soddisfacente.
Ha fatto richiesta di concordato anche la Park Hotel Leonardo di Moena. Il Tribunale ha concesso 60 giorni di tempo per la presentazione della proposta. Andando al settore immobiliarie ed edilizia, si vede che è stata dichiarata fallita il 23 ottobre scorso l’immobiliare Domonet. Stessa sorte per la Engineering Durango srl, per la Edma costruzioni, per la Edilgiordano e Figli srl, per la Ecobau, per la Zucal Costruzioni. Un’altra impresa di costruzioni molto nota, la Segesti Costruzioni è riuscita a raggiungere il concordato pieno liquidatorio. Il Tribunale ha dichiarato fallita la Zorzi impianti srl. Fallimento anche per l’Edilpejo snc e per la Northlz srl. L’Edilscavi srl, invece, è riuscita a raggiungere il cocordato liquidatorio pieno. Fallita anche la Mazzon scavi. Cambiando settore si vede che è fallita anche la Distilleria Sebastiani srl. Difficoltà anche per la Storo Legno srl che però è giunta al concordato. Tra le altre società, da ricordare il fallimento del Trento calcio 1921, lo scorso maggio. Il 20 marzo è stata dichiarata fallita la società Autocentro Rendena snc. In concordato invece era finita la Porfidi Cristofolini Alfredo. In febbraio, invece, era stata dichiarata fallita la Fortglas sas. Una vera e propria ondata che ha travolto anche imprese molto solide, ma senza sufficiente capitalizzazione.