Ex Italcementi, bonifica in tempi record 

Ceschi (Coop): «Iniziati a gennaio i lavori termineranno con tre mesi d’anticipo. Rimossi i serbatoi di gasolio, sigillati i pozzi»


di Sandra Mattei


TRENTO. L’annuncio dato dal rettore Paolo Collini dell’imminente acquisto dell’ex Cte da parte dell’Università per realizzare la mensa universitaria, dovrebbe dare una scossa all’immobilismo fin qui dimostrato dall’amministrazione comunale. L’Ateneo avrà a tutti gli effetti la disponibilità dell’area, solo quando si sarà trovata un’alternativa per il centro fieristico. Sede che è stata da tempo individuata sull’area ex Italcementi, ma per la quale è di là da venire la progettazione del suo futuro assetto. Un’intesa di massima è stata concordata in un vertice di maggioranza all’inizio dell’anno, ma poi il dibattito si è arenato. Rimane il grosso scoglio della bonifica dell’area dove sorgeva la fabbrica, ora di proprietà di Patrimonio del Trentino, che i tecnici incaricati avevano annunciato dovesse svolgersi in 8 mesi. Ora però, il direttore della federazione della Cooperazione, Alessandro Ceschi, annuncia che la bonifica è a buon punto. Anzi, i lavori sono in anticipo sui tempi previsti. Un altro segnale questo, che la situazione potrebbe avere un’accelerata nella direzione di passare delle dichiarazioni d’intenti ai fatti.

«La bonifica, -spiega Ceschi -che da accordi con Patrimonio del Trentino al momento della permuta, spetta alla società Piedicastello spa, nostra, è a buon punto. Come si ricorderà, si era stabilito che sarebbero serviti 55 mila metri cubi di terreno da stendere sull’area dell’ex stabilimento, per renderla sicura. Con i lavori, iniziati in gennaio, sono stati trasportati 37 mila metri cubi, quindi riteniamo che a fine maggio, potremmo avere concluso l’intervento, in anticipo di circa tre mesi sulle previsioni. Sempre che il tempo ci assista». Nelle relazione che erano state presentate alla commissione urbanistica del Comune, i tecnici avevano messo in evidenza che le aree più a rischio erano quelle dove si trovavano sei serbatoi di gasolio. «Questi sono stati rimossi -conferma Ceschi- così come alcuni pozzi che attingevano acqua dalla falda sottostante, sono stati sigillati. Faccio notare che i lavori di bonifica eseguiti dalla cooperativa Lagorai sono monitorati dall’Appa. Il terreno utilizzato arriva qui già controllato, ma si fanno dei prelievi a campione su cumuli di 1.000 metri cubi, per un ulteriore controllo». L’area ex Italcementi era stata negata agli alpini, che già ci facevano affidamento per l’Adunata nazionale, perché non solo per qualsiasi suo utilizzo era necessaria la bonifica, ma anche perché la parete di roccia non è sicura. Il direttore della Federcoop riferisce che è stato effettuato un disgaggio della parete rocciosa, quindi la bonifica potrà procedere anche nell’area a ridosso, pur rimanendo off limits una fascia dal raggio di 90 metri dalla parete. Il piano di lottizzazione dell’area prevede che ci sia il centro fieristico, che dovrà servire anche per eventi musicali, su una superficie di 6 mila metri quadri e altrettanti siano destinati ad una piazza con mercato coperto. Ci sarà un quartiere residenziale di 20 mila metri quadrati, compreso lo studentato ed una superficie di 18 mila metri quadrati destinata a verde. Lo scoglio maggiore per realizzare tutto ciò è rappresentato dalle ciminiere, anch’esse in forte stato di degrado. A suo tempo i tecnici hanno stabilito che se si volessero mantenere e mettere in sicurezza, l’intervento costerebbe 1,2 milioni di euro. Ceschi ricorda che, nell’accordo con Patrimonio del Trentino, era stato stabilito che se fosse stata presa la decisione di abbattere le ciminiere, tutelate per una decisione del consiglio comunale, la Federazione si sarebbe accollata le spese per la demolizione. «Il termine per comunicare questa decisione -precisa Ceschi- era il 30 aprile. Ma non essendo arrivata nessuna comunicazione, sarà la proprietà a prendere le decisioni del caso».













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