Estorsione su Facebook, tre anni di carcere a un ventenne
Il ragazzo pretendeva la restituzione di 50 euro per della marijuana da un giovane marocchino che non gliel’aveva procurata. Sui social network le minacce, poi due aggressioni con ricovero in ospedale
ROVERETO. Tre anni di reclusione per estorsione. Una pena severa inflitta dal gup Monica Izzo a un albanese di 20 anni che era accusato di aver minacciato di morte su facebook e poi picchiato in almeno due occasioni un marocchino di due anni più vecchio di lui, per una questione di droga: il marocchino avrebbe intascato 50 euro come acconto per procurargli della marijuana, ma non gliel’avrebbe mai consegnata.
Così l’albanese gli avrebbe chiesto indietro i soldi, ma al diniego dell’altro gli avrebbe rivolto pesanti minacce che sarebbero sfociate in lesioni vere e proprie. A denunciarlo è stato il ventiduenne magrebino, il quale sostiene di essere stato malmenato in un paio di occasioni - refertate dal pronto soccorso con tre giorni di prognosi nel primo caso, con trenta nel secondo) ma raccontando una storia del tutto diversa: a sentire la parte lesa sarebbe stato lui ad aver pagato dello stupefacente che non ha mai ricevuto, e in risposta alle richieste di rimborso avrebbe ricevuto prima minacce e poi legnate, come testimonierebbero i referti dell’ospedale.
A rendere la vicenda più controversa, entrambi i protagonisti hanno precedenti specifici, per spaccio e altri reati, e dirimere ragioni e torti non è stato lavoro da poco per la Procura. Sta di fatto che il giovane albanese ha ammesso di aver picchiato in un’occasione il ventiduenne, dolendosi di avergli rifilato “solo” un paio di ceffoni (poiché a suo dire avrebbe meritato un peggior trattamento), che comunque non sarebbero compatibili con le lesioni denunciate dal giovane che lo ha denunciato.
Ma a far propendere per la condanna è stata soprattutto la traccia lasciata dal ventenne su facebook, dove rivolgendosi al giovane magrebino gli avrebbe scritto »ci vediamo e ti spacco la faccia» e altre frasi esplicite sul genere «non mi dire ancora che non li hai (i soldi)».
In seguito alla denuncia della parte lesa, il ventenne era stato arrestato a novembre dello scorso anno da parte del Nucleo radiomobile dei carabinieri. In principio agli inquirenti aveva raccontato che quei 50 euro sarebbero stati un normale credito a seguito di un prestito, una versione che non ha convinto il sostituto procuratore valerio Giorgio Davico, che ne aveva chiesto l’incriminazione per estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Ieri mattina in tribunale il gup Monica Izzo ha assolto il ventenne dall’accusa di spaccio ma sull’altro capo d’imputazione non ha usato mezze misure, rifilando tre anni di carcere al ragazzo. Fanno testo in questo caso le minacce perpetrate via facebook, che sono rimaste a testimonianza delle minacce a scopo estorsivo, fornendo in ultima analisi una prova della colpevolezza del giovane, condannato in primo grado.