Estate, boom di turisti stranieri
Val di Fiemme, il bilancio dell’Apt: su arrivi (7%) e presenze (7,1%), ma dall’estero sono più del 25%
CAVALESE. Si è conclusa da poco la stagione estiva 2013 che, grazie anche alle condizioni meteorologiche molto accattivanti da metà luglio in poi ha permesso di raggiungere risultati molto positivi, fra i più importanti di tutto il Trentino. È tempo dunque di tirare le somme. Il presidente dell’Azienda di promozione turistica di Fiemme, Pietro De Godenz e il direttore Bruno Felicetti, ieri nel corso di un incontro con la stampa hanno infatti tracciato un primo bilancio della stagione estiva. Due i dati interessanti.
«In primo luogo la crescita (+ 7% negli arrivi e un + 7,13% nelle presenze) - ha rilevato il presidente De Godenz - ma poi anche il ritorno della clientela straniera, specialmente tedesca». I dati statistici dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre 2013 , come ha spiegato il direttore Bruno Felicetti rivelano un aumento di ospiti stranieri, con un +25% di presenze e un +16% di arrivi. In generale, italiani e stranieri, registrano un aumento del 7% costante da giugno a settembre.
Non va dimenticato tuttavia, ha precisato il direttore Felicetti il costante calo dei periodi di soggiorno. Lo scorso anno il soggiorno medio era del 5,38 giorni, quest’anno è di 5,37 giorni. Il periodo di soggiorno medio degli stranieri, invece, è cresciuto quasi del 10% (da 3,51 giorni nel 1012 ai 3,86 nel 2013). Analizzando i dati delle presenze straniere si nota che i tedeschi registrano un incremento del 70%, i francesi del 25% e gli svizzeri del 37%. Crescono anche i norvegesi del 13%, ma quest’ultimo successo è sicuramente influenzato dai Campionati del Mondo di Sci Nordico Fiemme 2013 e dalle gare di Coppa del mondo. In calo gli olandesi (-34%) e gli austriaci (-8%). Ma guardando all’andamento turistico nazionale, le regioni che hanno ottenuto un incremento di presenze del 20% sono: Toscana, Liguria, Puglia e Campania. Mentre hanno registrato un aumento del 5% Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Le statistiche tuttavia hanno anche il rovescio della medaglia. «Per una valutazione completa – precisa il direttore Felicetti - bisognerebbe mettere in relazione il movimento turistico con i fatturati prodotti e le spese generate del settore alberghiero. La sensazione generale, infatti, è che i consumi sull’indotto siano precipitati». Grande soddisfazione dunque ai vertici dell’Apt che è riuscita nonostante la crisi a mantenere un trend di arrivi e di presenza molto positivo e ad allungare la stagione rendendo più appetibili anche i mesi di giugno e settembre.