Energia, calore e compost: ecco cosa diventa l’umido

L’organico viene raccolto nel nuovo impianto di biodigestione di Cadino, a Faedo e viene trasformato in biogas e terriccio agricolo per 40.000 campi da calcio


di Luca Pianesi


TRENTO. Bucce di banana che si trasformano in energia elettrica, rimasugli di cibo che diventano calore, fazzoletti che vengono convertiti in fertilizzante per i campi e per le aiuole. E' questo il destino dei rifiuti organici che vengono prodotti dai trentini. Rifiuti che, da novembre, vengono raccolti nel nuovo biodigestore di Cadino, nel comune di Faedo. Un impianto all'avanguardia che, a pieno regime, produrrà 6 milioni di kilowattora di energia all'anno (per intenderci, ragionando su una famiglia media italiana composta da 4 persone che consuma 3.200 kilowattora all'anno, garantirà la sussistenza a circa 1.875 nuclei), e 10 mila tonnellate di compost (sempre per essere chiari, stando ai consigli dei siti specializzati che prevedono 25 tonnellate di compost per ettaro e che un ettaro è grosso modo la dimensione di un campo da calcio, con 10 milioni di terriccio si vanno a ricoprire circa 40.000 campi da calcio).

Com'è nato il progetto. «L'impianto è attivo da novembre – spiega Carlo Alessandro Realis Luc, dirigente di Dolomiti energia, ente gestore che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti – e per la nostra realtà rappresenta un grande passo avanti. Prima dovevamo portare quasi tutto l'organico che producevamo in provincia di Verona all'impianto di Villa Bartolomea. Ebbene sono 150 chilometri ad andare e altrettanti a tornare. Faedo è a 25 chilometri. Il risparmio in ordine di tempo, gasolio e impiego di personale è evidente. Considerando che fino all’anno scorso la gestione dell’organico rappresentava circa l’80 del totale dei costi che sostenevamo per la differenziata ebbene i risparmi per noi e, di riflesso, per i cittadini saranno palpabili». Il biodigestore di Cadino è stato costruito da Cesaro Mac Import, al costo di 24 milioni di euro. La sua posizione, a ridosso delle montagne e immerso tra i vigneti, lo mette quasi completamente al sicuro da critiche legate a esalazioni e puzze. «Comunque - aggiunge Luc mentre ci accompagna nella visita dell’impianto - sono strutture di nuova generazione. E’ diversa, per esempio, da quella di Campiello di Levico, chiusa per problemi di odori».

Come funziona l’impianto. «I camion provengono dalle valli di Fiemme e Fassa, dalla Valle dei Laghi, dalla Piana Rotaliana e da Trento - spiega Andrea Ventura, amministratore delegato di BioEnergia, la ditta che si occupa della gestione dell’impianto - e portano due tipi di rifiuti: l’umido e il verde (ramiglie e sterpaglie). I due blocchi di rifiuti vengono divisi e separati. Nelle macchine della “digestione” finisce quasi solo l’umido, dopo che è stato sottoposto a una selezione e sono stati eliminati i rifiuti che non possono essere utilizzati (solo circa il 4% dell’organico che finisce a Cadino risulta essere non differenziato correttamente). All’umido viene aggiunto un 20% di verde per non creare un ammasso omogeneo di “materiale digerito”. E’ importante, infatti, che si formino dei piccoli vuoti all’interno della massa che permettano l’accumulo e il passaggio dell’aria. Il biogas che serve a produrre energia, infatti, si forma con la fermentazione del materiale organico. E così l’energia termica ed elettrica che vengono accumulate con dei macchinari, derivano dalla trasformazione del metano che esce dal degrado del materiale. A quel punto - conclude Ventura - resta del materiale organico che tramite un processo di decomposizione, e l’aggiunta di altre parti di ramaglie triturate, diventa un ottimo ammendante agricolo.

Il risultato. «Quando sarà a pieno regime - conclude l’amministratore delegato di BioEnergia - l’impianto produrrà 6 milioni di kilowattora di energia e quasi 7 di calore. L’energia sarà venduta sul mercato nazionale, mentre il calore, quando avremo costruito anche l’impianto di teleriscaldamento, potrà servire anche la zona di Cadino e Faedo. Al momento lo stiamo reimpiegando per il fabbisogno interno. Produrremo, infine, circa 10 mila tonnellate di compost che distribuiremo presso i Crn, gratuitamente, a tutti coloro che ne vorranno fare uso. Ma già oggi lo stiamo donando ai contadini del posto che con i trattori vengono a prenderselo direttamente al biodigestore».













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