Elezioni comunali: in Trentino 55 sindaci non sono ricandidabili
Piccoli comuni alle prese con il ricambio della classe dirigente. Simoni (Consorzio dei comuni): "Il limite dei mandati va tolto sotto i mille abitanti"
TRENTO. Sono 55 i sindaci trentini che non potranno più ricandidarsi alle elezioni del 16 maggio: raggiunto il tetto dei tre mandati, per legge non sono più eleggibili. «Il tetto va tolto nei paesi con meno di mille abitanti», esorta il presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni.
Sono 205 i Comuni che andranno al voto il prossimo 16 maggio, una tornata elettorale che coinvolgerà nella nostra provincia ben 286 mila cittadini. La maggior parte delle amministrazioni locali sarà dunque chiamata al voto. Ma se nelle realtà più grandi come Rovereto, c’è bagarre sui candidati sindaci da presentare, nei piccoli Comuni i “volenterosi” si contano sulle dita di una mano. E chi ha la buona volontà di ricoprire il ruolo di sindaco nei paesi con pochi abitanti, deve fare i conti con una legge regionale che impedisce di ricandidarsi dopo tre mandati consecutivi.
Dal 1995, infatti, i sindaci in carica da 15 anni non possono più ripresentarsi davanti agli elettori. Quelli che in questa tornata elettorale non potranno farlo sono in tanti: ben 55 su 205. Un quarto dei sindaci trentini dovrà dire addio al mandato amministrativo.
Per molti vale il motto «largo ai giovani», ma non sempre è facile trovare chi è disponibile al ruolo di primo cittadino. Il sindaco di Vervò ad esempio, Claudio Chini, è in carica da più di trent’anni, ma ora deve dare l’addio a malincuore. E anche i suoi elettori lo vorrebbero ancora in sella all’amministrazione del paese, ma la legge parla chiaro: stop dopo 15 anni di attività.
Nel Primiero sono ben quattro i sindaci in questa condizione. In un paese della Valsugana il sindaco al terzo mandato ha dovuto candidare la moglie, perché nessuno in paese aveva voglia di prendere il suo posto. Insomma, nelle piccole realtà si ricorre a qualche stratagemma. «Nei piccoli Comuni è davvero difficile trovare un candidato sindaco», spiega Simoni, che ha dato l’incarico ai suoi uffici di elaborare la lista degli “esclusi” dalla corsa elettorale. «Il primo cittadino di un piccolo paese è soprattutto un punto di riferimento per la comunità, il suo compito va oltre la semplice attività istituzionale. Ci sono situazioni, dove il sindaco rappresenta una realtà consolidata negli anni - continua Simoni - per questo la legge andrebbe rivista, anche alla luce dei dati: un quarto dei sindaci rappresenta un numero significativo. Andrebbe abolito il vincolo dei tre mandati nei Comuni con meno di mille abitanti. Comunque le leggi ci sono e vanno rispettate, ma sono anche fatte per essere cambiate. Sono in contatto con i sindaci e molti di questi mi hanno espresso il proprio disagio a lasciare il posto». C’è da dire però che, grazie all’introduzione del tetto dei tre mandati, da una recente indagine apparsa su “Il Sole 24 Ore” il Trentino risulta in testa alle classifiche per quanto riguarda il turn-over delle cariche politiche, così come per la partecipazione al voto (68%), per la presenza di rappresentanti politici al di sotto dei 40 anni e per il rispetto delle quote rosa nelle cariche istituzionali. Insomma se da una parte la legge regionale mette “fuori gioco” i veterani della politica, almeno contribuisce al rinnovo della classe dirigente. Missione che resta però decisamente difficile nei piccoli paesi