Ecco Nyein e Khine, dalla Birmania per la laurea a Trento 

Le due studentesse hanno frequentato Studi internazionali Arrivate con Erasmus Mundus, vogliono proseguire gli studi


di Aldo Cadili


TRENTO. Innovazione, curiosità, ragione e apertura alla diversità: sono le parole risuonate più volte ieri mattina per la cerimonia delle lauree in scena in piazza Duomo. Le ha pronunciate il rettore Paolo Collini nel dare il benvenuto ai 390 laureati e 12 dottori di ricerca: «Io spero che questa università vi abbia dato, - ha detto - oltre alle solide conoscenze e abilità che vi aiuteranno nella vita professionale, al senso di responsabilità verso la società, anche un metodo di analisi che vi possa proteggere dai rischi delle reazioni emotive e accompagnare nel vostro ruolo di attori protagonisti in una società sempre più complessa e conflittuale».

E per la prima volta dalla fondazione dell’Università di Trento, avvenuta nel 1962, si sono laureate il mese scorso due studentesse birmane. Sono Khine Kyawt San e Nyein Oo Linn che hanno frequentato con profitto Studi internazionali della Facoltà di Sociologia ottenendo un giudizio finale che ha sfiorato il massimo dei voti. Anche loro hanno partecipato in piazza Duomo alla consegna dell’attestato di laurea ed hanno attirato l’interesse dei docenti e dell’affollata platea per aver indossato le variopinte tuniche del costume tipico dei birmani. Nel loro Paese Khine Kyawt San si era laureata in giurisprudenza alla Yadanabon University di Mandalay e Nyein Oo Linn in chimica alla University of East Yangon di Yangon e l’opportunità di frequentare l’Ateneo trentino è avvenuta con Erasmus Mundus. Hanno vinto una borsa di studio del progetto Bridging the Gap che è stato facilitato dall’apporto del professore Migliaresi, coordinatore del progetto Erasmus Mundus Bridging the Gap e Marcella Orru’, da Francesco Baietti e Patricia Saccagi di Moses Onlus che hanno sostenuto la promozione dei loro studi in Europa. Gli studenti universitari in Italia provenienti dalla Birmania, ora Myanmar, sono molto pochi e non tutti concludono gli studi. Le due neo laureate sono finora le sole che hanno frequentato con successo l’Ateneo trentino dove hanno trovato un ambiente molto favorevole sia dall’aspetto didattico che umano. «La scelta della facoltà di sociologia è la conseguenza della nostra esperienza nel volontariato sociale dove nel nostro Paese abbiamo operato per circa cinque anni – spiegano Khine e Nyein - mentre la venuta a Trento è per la notevole fama acquisita dall’Università in ambito internazionale. L’approccio con la realtà trentina, ovviamente, non è stata facile per la lingua, per le nostre tradizioni quotidiane, per la cultura in genere, pure per il cibo, ma, soprattutto, per la lontananza dalle famiglie. Con infinita gratitudine abbiamo avuto un formidabile aiuto da tutti, dall’organizzazione universitaria, dai docenti, dagli studenti e, perfino, dalla gente che avevano avuto l’opportunità di incontrare nella quotidianità. In poco tempo ci siamo integrate in un ateneo dove il “diverso” non esiste ed i rapporti sono improntati alla massima collaborazione. Cogliamo l’occasione per ringraziare il professor Marco Brunazzo che ci ha seguito nella formulazione della tesi». Ora, le due neo laureate desiderano approfondire gli studi appena conclusi o con Master o con iniziative simili e tra le lo aspirazioni future: contribuire allo sviluppo sociale del loro Paese che denota ancora molte criticità.















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