E' trentino l'«agente» del caso Zaia

Dopo le critiche del governatore, Gianluca Bazzoli, attore di Roncone, alle «Iene» fa la parodia di «Distretto di Polizia»


Sandra Mattei



TRENTO. «Basta con le fiction che fanno passare per tontoloni e ignoranti quelli del Nord»: ha tuonato il governatore del Veneto Zaia. E Confalonieri, presidente Mediaset, di rimando: «Il cinema italiano è pieno di terroni e polentoni». Sotto accusa «Distretto di Polizia», per la figura di Giovanni Brenta, bergamasco. E in mezzo al fuoco incrociato è finito un trentino, Gianluca Bazzoli.
L'altra sera il giovane attore trentino che del bergamasco è interprete, è stato protagonista delle "Iene" e si è prestato volentieri ad assecondare gli irriverenti autori della trasmissione inscenando un copione completamente stravolto, per placare l'ira di Luca Zaia. Bazzoli, alla Iena di turno Mauro Casciari, confessa di essere nordista "doc", ma di non avere mai avuto l'impressione che i suoi genitori, amici e parenti si siano sentiti in qualche modo offesi dall'agente Giovanni Brenta, che scambia la cornetta del fax per il telefono ed è sempre così pedante e ossequioso.
La gag messa in scena dalle Iene è tutta giocata sull'ironia: i nostri sbarcano a Venezia e si trovano di fronte "all'incazzatura di milioni di cittadini veneti, da Est a Ovest del Tagliamento e dell'Adda" (come ha riferito Zaia nella lettera indirizzata al presidente Mediaset Confalonieri, ndr.) per come vengono rappresentati nelle fiction di Mediaset. Tocca dunque a Bazzoli, calmare le acque interpretando la fiction riveduta e corretta e intitolata «Distretto di Poli-zaia». Il giovane trentino, che abbiamo raggiunto telefonicamente, afferma di aver chiuso così il caso, con la benedizione del governatore leghista che approva divertito le nuove puntate in salsa leghista.
«Abbiamo fatto le riprese - racconta Bazzoli - nel giro di due ore, a Roma, domenica mattina. Gli autori mi facevano leggere la parte ed io la interpretavo di getto. E' stato molto divertente».
Cosa si sono inventati quei diavoli delle "Iene"? Il Giovanni Brenta finito nel mirino di Zaia, diventa nella versione riveduta e corretta una specie di Superman, che cita Cicerone, acchiappa i delinquenti applicando principi di fisica e riesce a impedire uno stupro mirando... direttamente allo spermatozoo. Il siparietto è divertente, l'autoironia la fa da padrona, come quando Bazzoli, per indagare sulle impronte digitali di un ladro, sparge farina gialla da "Polenta Valsugana" e, a conclusione delle sue imprese, recita convinto: «ho fatto quello che qualunque bergamasco avrebbe fatto». Zaia, bloccato al termine di una conferenza stampa, guarda i tre episodi divertito ed approva soddisfatto, anche se il sorriso si spegne quando Casciari gli sottopone altre due macchiette che avrebbero bisogno di rivedere i loro copioni: sono Calderoli e Borghezio.

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