E il Pd spaccato rispolvera le primarie
La maggioranza del gruppo consiliare vuole Ghezzi, ma il segretario è contrario e ritira fuori il nome di Monica Baggia
TRENTO. Indecisi a tutto. Il Pd ieri si è confermato, se mai ve ne fosse stato bisogno, come il partito tentenna. Nell’assemblea che doveva decidere una linea, se non proprio un nome, si è deciso di rinviare tutto alla coalizione, ripartendo da Rossi, ma allargando anche ad altri nomi, anche il segretario Muzio si è detto contrario a Ghezzi. La candidatura di Paolo Ghezzi è stata sostenuta da molti dei firmatari del documento a suo favore. Chi con più convinzione chi con meno. Ma soprattutto nella riunione fiume del coordinamento che ha preceduto l’assemblea c’è stato un vero e proprio muro contro muro.
Uno scontro tra l’ala a sostegno di Ghezzi e quella più favorevole a Ugo Rossi. La prima, formata soprattutto da Donata Borgonovo Re, Alessio Manica, Sara Ferrari, Violetta Plotegher e Mattia Civico ha cercato di imporre la candidatura di Ghezzi facendo leva sul fatto di essere la maggioranza in seno al gruppo consiliare. Il segretario Giuliano Muzio, però, si è opposto con forza dicendo di essere contrario a Ghezzi perché non fa parte del percorso del partito ed è espressione di un movimento esterno. A dargli manforte l’ala definita più governativa, con Bruno Dorigatti, Alessandro Olivi, Luca Zeni e Gigi Olivieri. La discussione è durata a lungo. E non ha cavato un ragno dal buco. E forse proprio perché la situazione era tesa, il Pd ha deciso di nascondere sotto un ipocrita velo le sue divisioni. Messa ai voti dalla presidente Donata Borgonovo Re, è stata messa ai voti e approvata la decisione di non far assistere i giornalisti alla seduta. Con sprezzo del ridicolo e tanti saluti alla sbandierata trasparenza che piace solo quando fa comodo.
Nella relazione Muzio si è tolto molti sassolini dalle scarpe attaccando Manica e la Borgonovo Re: «Non mi è sfuggito il sincronismo perfetto tra la mia partenza e la proposta di portare avanti la candidatura di Ghezzi». Muzio ha detto che è contrario al giornalista anche se il suo non è un giudizio politico. Ma alla fine è tornato sul suo pallino: «Cerchiamo una soluzione unitaria al tavolo di coalizione, se non la troveremo ogni partito potrà avanzare il suo nome, anche per le primarie, e noi potremo chiedere anche a Monica Baggia che già aveva dato la sua disponibilità».
E di necessità di parlare di programmi e di valori per ridare sicurezza ai lavoratori scrivono in un documento i consiglieri comunali del Pd Silvano Pedrini e Paolo Serra, insieme all’ex Nicola Salvati, proponendo le primarie. Criticano l’incapacità del Pd «di dare una forte risposta unitaria ai lavoratori». Chiedono «una rapida campagna elettorale che evidenzi le garanzie che hanno raggiunto i lavoratori in Trentino», perché il nome del presidente è il passo successivo. (u.c.)