Donne in campo, March è la nuova presidente
TRENTO. Chiara March è la nuova presidente dell’associazione Donne in Campo. Già vicepresidente, subentra a Mara Baldo che ha ringraziato la Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino e le...
TRENTO. Chiara March è la nuova presidente dell’associazione Donne in Campo. Già vicepresidente, subentra a Mara Baldo che ha ringraziato la Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino e le associate augurando buon lavoro. Le altre due componenti della giunta che si mettono con tenacia a disposizione del gruppo sono Martina Campregher e Giorgia Lorenz.
Numerose socie hanno preso parte l’altro ieri all’assemblea elettiva svoltasi a Trento alla presenza di Paolo Calovi e Massimo Tomasi, presidente e direttore di Cia del Trentino, di Mara Longhin, presidente nazionale di Donne in Campo e da Maria Carmela Pellegrino, di Donne in Campo Veneto. Un incontro che ribadisce un momento importante di confronto e che determina e testimonia, ancora una volta, l'apporto fondamentale che le donne trasmettono al settore agricolo e all'organizzazione professionale Cia.
Come ha ricordato Mara Longhin, Donne in Campo, è nata per un bene comune, è uno strumento di confronto, che permette di collaborare insieme con la voglia di crescere reciprocamente; un luogo importante di rappresentanza e di valorizzazione del saper fare e del saper essere femminile. Paolo Calovi ha invece evidenziato come Cia, ha dato vita all'associazione per dare valore alla donna come persona, ancora prima che come lavoratrice.
Un monito quello del presidente di Cia del Trentino a continuare nella strada tracciata fino ad ora, che vede nell'apertura a mentalità e visioni differenti uno dei capisaldi anche della stessa Cia.
Molti i temi trattati durante l’assemblea, raccolti nel documento programmatico di Donne in Campo: dalla convivenza di diversi modelli di agricoltura e di mercati all'importanza di mantenere comunità sul territorio rurale e di tessere relazioni e costruire reti di collaborazioni; dall'urgenza di difendere il territorio al riconoscimento dell'agricoltore come promotore di salute e cultura anche per le nuove generazioni; dalla necessità di servizi per le zone rurali all'importanza della formazione e della consulenza specifica; all'innovazione intesa non solo come progresso tecnologico, ma anche come libertà e creatività d'impresa. (g.m.)
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