«Donne e cacciatrici: noi ci siamo» 

Eddi Titta: «Basta stereotipi, vogliamo una rappresentanza a tutti i livelli»



TRENTO. «Basta stereotipi che vogliono le donne indifese come gazzelle o grintose come leonesse. La cacciatrici chiedono una rappresentanza a livello nazionale come anche provinciale». Lo ha detto ieri Eddi Titta, presidente delle cacciatrici trentine, durante il primo meeting internazionale organizzato dal Gruppo cacciatrici trentine a Riva. «Il mondo della caccia - ha detto - si sta aprendo con fatica alla presenza femminile, ma nonostante questa diffidenza il numero delle cacciatrici sta aumentando di anno in anno. Con questo meeting vogliamo iniziare a creare una rete venatoria nazionale e internazionale perché, soprattutto se parliamo di fauna migratoria, va adottato un linguaggio comune». Secondo Elisa Picci, esperta di tutela e gestione delle risorse faunistiche, le donne «devono mantenere la nostra femminilità, uscendo però dal ruolo relegante della donna cacciatrice come immagine stereotipata. Noi non siamo donne cacciatrici, siamo cacciatrici».

«I cacciatori appartengono al mondo della fauna, della natura a tutela dell’ambiente - ha proseguito la presidente del Gruppo Cacciatrici Trentine - molto spesso invece il comparto venatorio è teatro di interessi politici e di propaganda. Vogliamo non dover assistere a queste battaglie politiche, l’apertura della caccia anticipata, ad esempio, non è stata chiesta dai cacciatori». Titta ha ringraziato chi, in questi mesi, si è speso per la preparazione dell’evento e «chi ogni giorno lavora con e per le cacciatrici trentine. Spiace constatare che in sala non c’è nessun rappresentante dell’Associazione Cacciatori». Insomma ci sono ancori muri da abbattere, preclusioni da demolire. «Salutiamo anche gli animalisti – ha proseguito Titta - che protestano fuori dal Palacongressi. Noi vorremmo aprire un dialogo costruttivo con loro, ma purtroppo non siamo ancora riusciti a farlo». Sandro flaim presidente Uncza (Unione Nazionale Cacciatori Zona Alpi) ha quindi posto l’accento sull’importanza di unire “mondi dissociati” come succede per la società e la caccia quando la prima non ne comprende la valenza anche culturale; o come succede per la montagna «che non può essere relegata a parco giochi».















Scuola & Ricerca

In primo piano