Divina-show in Parlamento: strappa i fogli della Costituzione

In Senato gesto clamoroso del leghista contro Renzi. Marcia di protesta davanti al Quirinale



TRENTO. Riforme: la Lega sulle barricate in Senato. Il gesto più eclatante lo fa il senatore trentino Sergio Divina che strappa i fogli, presumibilmente, della Costituzione e li lancia nell’Aula del Senato e per questo viene richiamato all’ordine. Ma è tutta la Lega a protestare contro la decisione della Capigruppo di contingentare i tempi sulle riforme. «Il presidente Renzi fa di tutto per mettere le istituzioni contro l’opinione pubblica. Mette il Paese contro le istituzioni». Questa l’accusa mossa dal senatore del Carroccio al presidente del consiglio.

«Renzi dice che qui si vogliono salvare le poltrone, ma noi vogliamo salvare il Paese - ha proseguito -. Un Paese che ha lottato per le libertà contro una deriva cesarista da lui incarnata. Nessuno ha il coraggio di dire la direzione nella quale stiamo andando: un presidente che telefona al presidente della Repubblica lamentandosi che qua dentro si vuole persino votare con il voto segreto. Tutto è deciso dall’alto - ha concluso -. Noi siamo d’accordo nel dire che servono le riforme per “snellire” le istituzioni non per “svilire” le istituzioni».

Divina protagonista anche in piazza, quando la Lega ha manifestato davanti al Quirinale. Nella prima avanguardia un nutrito pacchetto di leghisti: in prima linea proprio il senatore trentino, che tiene tra le mani anche qui una copia della Costituzione. Le invocazioni: «Taglio del numero dei parlamentari« e «senato elettivo». Se così non fosse: «Meglio abolire una Camera». I senatori Giacomo Stucchi, Raffaela Bellot, Paolo Arrigoni, Erika Stefani, Emanuela Munerato, Stefano Candiani, Nunziante Consiglio, Paolo Tosato, Patrizia Bisinella, in protesta contro l’imposizione della tagliola sulle riforme, rilanciano le proposte Lega, mentre il capogruppo Centinaio è a colloquio da Napolitano. «La tagliola soffoca la democrazia - protestano -. Napolitano deve delle spiegazioni al paese. Ci dica quale ruolo ha giocato in questa scelta. Per Renzi referendum, partecipazione popolare e libertà valgono meno delle ferie estive». «La democrazia è in bilico, le opposizioni sono state azzittite e il popolo estromesso dal percorso riformatore. Non lo possiamo permettere». Attacca anche Silvana Comaroli: «Di fronte alla minaccia renziana l’imperativo categorico è difendere i diritti, con tutti i mezzi in nostro possesso. Lo dobbiamo agli esodati, ai disoccupati, a tutte le vittime della crisi, ignorati e svenduti da Renzi per una poltrona«. «Uno sfregio alla democrazia. Il clima è da emergenza nazionale, Napolitano ha subito acconsentito a ricevere le delegazioni, a conferma della gravità della situazione», sottolinea Raffaele Volpi. «Una cosa così non ha precedenti per gravità. Non è mai accaduto che da Camera e Senato uscissero cittadini eletti per chiedere a Napolitano garanzia di una democrazia che non c’è più», sottolinea Jonny Crosio.













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