Divina: «Minacciano di sospendermi perché non c’è più democrazia interna»
La reazione dell’ex senatore alla preparazione di un provvedimento disciplinare della Lega nei suoi confronti. Fugatti chiama Urzì (FdI). In val di Sole il partito di Meloni alle prese con le candidature: Daldoss, Bezzi o entrambi?
TRENTO. Giornate ricche di tensione dentro il centrodestra. A dare la stura la notizia (riportata da “il nuovo Trentino”) della preparazione da parte del direttivo della Lega trentina di un provvedimento di sospensione di sei mesi dal partito di Sergio Divina, il fondatore Divina. La notizia ha destato clamore e ha attraversato come un punto interrogativo tutti i corridoi della politica nel tentativo di cogliere il senso politico della mossa, gli effetti possibile e le reazioni. Di certo c’è che la preparazione di questa misura dimostra quanto nervosismo ed eccitazione si respirino dentro il Carroccio.
Quanto alle motivazioni, lo ricordiamo, a Divina vengono contestate le ripetute posizioni critiche assunte negli ultimi mesi, a partire dai tempi del concerto di Vasco Rossi, ma in particolare quelle degli ultimi giorni con le quali l’ex senatore di Trento, pubblicamente, con intervista, ha sostenuto che nella costruzione di un’alleanza elettorale chi dirige la Lega non può muoversi con tale “arroganza e prepotenza” nei confronti di Fratelli d’Italia: con ciò, in un sol colpo criticando il commissario Diego Binelli e ponendo dubbi sulla bontà della candidatura a presidente di Maurizio Fugatti. Ma la causa scatenante, in realtà, quella che pesa maggiormente nella motivazione, è il fatto che ripetutamente siano giunte alle orecchie dei dirigenti del partito notizie di presunte manovre e incontri dello stesso Divina o del suo entourage tese a realizzare una lista alternativa. Non va taciuto poi il fatto - che però non è stato menzionato apertamente - che è andata di traverso ai piani alti della Lega la pubblicazione di una foto in cui si vedono insieme al bar Sergio Divina e la candidata di Fratelli d’Italia Francesca Gerosa.
Dentro la Lega peraltro le bocche restano cucite, nessuno vuole aggiungere nulla rispetto alle conclusioni cui è giunto il direttivo riunito lunedì sera.
Chi invece affida al cronista una reazione è proprio Sergio Divina.
«La Lega è diventata un partito strano qui a Trento. Qualcosa non funziona. Da un po’ di tempo non c’è spazio per il confronto interno - dice Sergio Divina - Mi sembra di capire che è tutto calato dall’alto. La partecipazione è un termine che è rimasto chiuso dentro il dizionario. Chi propone qualcosa per il bene del partito rischia l’espulsione, anche perché sappiamo che la sospensione è da sempre l’anticamera dell’espulsione. Io in verità volevo soltanto suggerire un ragionamento che fosse un modo per rendere più forte la Lega e insieme il centrodestra tutto, ed ecco che ora vengo colpito. Ma, permettetemi l’esempio, il fondatore Umberto Bossi di tanto in tanto esprime qualche critica rispetto alla linea perseguita da Salvini. Ebbene, io a Trento mi sento uno dei fondatori della Lega trentina, e continuo a pensare che i padri fondatori di solito si ascoltino, siano rispettati quantomeno. E invece mi pare che non si capisca più lì dentro che cos’è la democrazia. Non se un può andare avanti un partito così».
E qui Divina chiude. Avrebbe voglia di dire anche qualcosa di più, ma preferisce fermarsi.
È uno sfogo. Che mostra con chiarezza quanto sia alta la temperatura dentro la Lega.
Nel frattempo occorre dire che a Maurizio Fugatti mercoledì la giornata è apparsa alquanto buona. Al mattino la diffusione di una notizia che ha certamente messo in difficoltà un potenziale avversario per la candidatura a presidente (è noto peraltro che a Roma Michaela Biancofiore e altri suoi colleghi di coalizione stanno valutando di allestire un sondaggio sul candidato preferibile per il centrodestra con i nomi di Fugatti, Divina, Gerosa e un civico). E poi nel pomeriggio la chiamata ad Urzì che ha aperto le porte a un prossimo avvicinamento tra la coalizione che sostiene Fugatti e Fratelli d’Italia, per mezzo dello stesso Fugatti. Insomma, un primo sdoganamento del presidente uscente da parte di Urzì, che segna un punto a favore della riunione di tutto il centrodestra e un punto a sfavore della linea tenuta fin qui da Fratelli d’Italia. Insomma, per Fugatti, in un sol giorno due colpi andati a segno.
Intanto dentro Fratelli d’Italia si sta spingendo a più non posso per definire la lista e acquisire tutti i candidati possibili da sottoporre alla selezione finale. E qui si apre una partita nella partita. Che riguarda la Val di Sole. Perché se è vero che Monica Marinelli (ex margheritina e grisentiana), i sindaci di Mezzolombardo Christian Girardi e di Romeno Luca Fattor hanno bussato alla porta di Donzelli (con la spinta di Andrea de Bertoldi), c’è da dipanare la questione solandra con Carlo Daldoss e Giacomo Bezzi. Che insieme la prossima settimana scenderanno a Roma per decidere con Donzelli il da farsi: due candidati solandri o uno solo? E chi? p.m.