Disoccupati, prime chiamate «forzose»
Comuni, nuove regole per i lavori socialmente utili: quando non ci sono volontari, se il lavoratore rifiuta perde il sussidio
TRENTO. Lavori socialmente utili, si cambia. Non più facoltativi, per chi percepisce un sussidio di disoccupazione o la cassa integrazione straordinaria, ma obbligatori: chi non risponde alla chiamata, e non accetta il lavoro proposto dall’Agenzia del lavoro, perde il diritto al sostegno economico. Chiamata obbligatoria, dunque: i primi casi sono avvenuti in Primiero.
La novità, approvata lo scorso febbraio con una delibera della giunta provinciale, diventa concreta. Sono già 6-7 i Comuni pronti a partire con le nuove procedure: oltre al Primiero, ci sono Grigno in Valsugana, Calliano in Vallagarina, Caldonazzo. Con il vecchio regime il Centro per l’impiego provvedeva a pubblicizzare l’elenco dei lavori socialmente utili e poteva anche chiamare direttamente il lavoratore in cassa integrazione straordinaria, o in mobilità, per affidagli un incarico: spettava però all’interessato accettare o meno la proposta, non essendo previste sanzioni per chi non rispondeva alla chiamata.
Nuovo regime a chiamata obbligatoria. Il meccanismo ora è cambiato: una volta che il Comune (o un altro ente pubblico) ha reso note le sue necessità di manodopera, se entro una finestra di 15 giorni nessun lavoratore si rende disponibile, il Centro per l’impiego invia una convocazione a tutti i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione straordinaria residenti nell’area di riferimento. Questi ultimi sono tenuti a rispondere alla chiamata: nel corso di un colloquio si verifica se esistono persone idonee a ricoprire le mansioni scoperte, l’ultima parola spetta all’ente. Se il lavoratore giudicato “idoneo” rifiuta il lavoro che gli è stato offerto, decade la condizione di disoccupazione, e di conseguenza il sussidio che percepisce.
Provincia e Comuni attingeranno dunque dalle liste dei Centri per l'impiego per colmare le loro esigenze di manodopera e potranno assumere in deroga al blocco del turn over: il periodo massimo di impiego coinciderà però con il periodo residuo di mobilità o di cassa integrazione a cui il lavoratore ha diritto. Il lavoratore continuerà a percepire il sussidio e l'ente pubblico integrerà con la differenza tra il sussidio e la retribuzione base prevista per il ruolo in cui è stato assunto.
Lavoro: gli obiettivi 2015. La partecipazione obbligatoria ai lavori socialmente utili (pena la perdita del sussidio economico) è uno degli obiettivi per il 2015 contenuto nel programma di gestione del Dipartimento sviluppo economico e lavoro della Provincia approvato nei giorni scorsi con una determinazione del dirigente: la Provincia promuoverà l’utilizzo diretto in lavori socialmente utili - da parte degli enti pubblici - di lavoratori che beneficiano di indennità di disoccupazione o mobilità. E sempre nel solco del principio di condizionalità, anche per i beneficiari del reddito di garanzia si rafforzeranno gli interventi di attivazione per arrivare ad un welfare più responsabile dove chi riceve un sostegno per aver perso il lavoro, restituisce qualcosa alla propria comunità. La Provincia dovrà poi aggiornare la disciplina del reddito di attivazione, il nuovo ammortizzatore sociale per i lavoratori licenziati, rimodulandolo alla luce dei nuovi ammortizzatori previsti dal Jobs Act (Naspi e nuova Asdi), mentre è già partita la sperimentazione del «diario di attivazione» da parte dei disoccupati che servirà a dimostrare ai Centri per l’impiego gli sforzi fatti per trovare un lavoro (chi non si attiva potrà arrivare a perdere il sussidio).
Infine entro settembre è in agenda la revisione del Progettone, rivedendo i criteri di accesso e permanenza, con un progetto ad hoc per favorire la rioccupazione dei lavoratori licenziati a cui mancano da 5 a 10 anni alla pensione.
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