Discarica da 130 mila metri cubi: c’è il sigillo del giudice

Trento. È arrivata ieri la convalida del sequestro preventivo di parte della cava di Mezzocorona di Adige Bitumi. A firmarla il gip che ha messo il suo sigillo su quanto era stato sequestrato (con...



Trento. È arrivata ieri la convalida del sequestro preventivo di parte della cava di Mezzocorona di Adige Bitumi. A firmarla il gip che ha messo il suo sigillo su quanto era stato sequestrato (con carattere d’urgenza) dai carabinieri del Noe, giovedì scorso. Nel sito estrattivo che si trova in località Casette i sigilli sono stati messi a quella che viene definita una discarica abusiva. Si tratta di un cumulo alto 23 metri con un volume di 130 mila metri cubi composto dai derivati del processo di filtropressatura dei fanghi decadenti dal trattamento di chiarificazione. Ossia lo scarto del lavaggio di materiale inerte. Si tratta di rifiuti non pericolosi, è bene sottolinearlo che ora sono bloccati per ordine del giudice. Soto sequestro anche la pompa che dalla vasca di decantazione portava l’acqua (sporca) in un bosco. La vasca avrebbe dovuto funzionare con un sistema a circuito chiuso ma, stando agli accertamenti del Noe, così non era. Ed è stato confermato il sequestro anche dell’area boschiva di circa 1000 metri quadri che, con lo sversamento dell’acqua, sarebbe stata trasformata in un acquitrino.

Dalle prime verifiche che sono state fatte sul posto la collina di detriti potrebbe rappresentare un concreto pericolo di instabilità idrogeologica e potrebbe avere impatti sull’ambiente circostante. Situazione che risulterebbe già segnalata una decina di anni fa. Ora la «palla» passa al Gruppo Adige Bitumi che deve dimostrare, cosa che fino a questo momento non sarebbe stata in grado di fare, di avere tutte le autorizzazioni per il deposito. L’autorizzazione comunale dell’inizio degli anni 2000 sarebbe considerata decaduta da un successivo atto del 2008.













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