Dipendenti sfruttati, tre cinesi arrestati dalla Finanza
TRENTO. Avevano firmato contratti di lavoro regolari che, sulla carta, avrebbero dovuto garantire loro tutti i diritti. Ma la realtà, per 14 giovani pachistani di età compresa tra i 20 e i 25 anni,...
TRENTO. Avevano firmato contratti di lavoro regolari che, sulla carta, avrebbero dovuto garantire loro tutti i diritti. Ma la realtà, per 14 giovani pachistani di età compresa tra i 20 e i 25 anni, al lavoro nel ristorante giapponese della catena “Shushiko”, al terzo piano del centro commerciale Twenty a Bolzano, era terribilmente diversa. Tutti regolari in Italia, ma in condizioni economiche di grande difficoltà e assunti attraverso il “passaparola” o con un contatto diretto, i lavoratori erano camerieri, aiuto cuoco, lavapiatti o tuttofare ed erano costretti a lavorare 11-12 ore al giorno - anche se il contratto fissava 40 ore settimanali - non fruivano di ferie (anche se i congedi risultavano comunque inseriti nelle buste paga), avevano diritto a una sola pausa pranzo che, il sabato, la domenica o quando l’afflusso di clienti era molto alto, veniva cancellata. Non solo. Se si ammalavano, la loro già miserrima busta paga era oggetto di pesanti trattenute e se si infortunavano venivano comunque costretti a lavorare. Anche il vitto e l’alloggio erano parte dell’inferno in cui i quattordici pachistani avevano a che fare tutti i giorni: per un posto letto in un appartamento in condizioni igienico-sanitari precarie venivano loro detratti 200 euro al mese mentre per il vitto - misere porzioni di pollo, verdure e riso - la detrazione mensile era di 150 euro. Se venivano pizzicati a mangiare le pietanze sul lavoro, la multa era di 50 euro. A mettere fine a questa situazione è stata la Guardia di Finanza di Bolzano, al termine di un’indagine condotta in collaborazione con la Cgil-Agb Altoatesina. In manette, ieri mattina, sono finiti due uomini, e una donna (tutti cinesi) che devono rispondere di sfruttamento aggravato del lavoro ed estorsione.