Dipendenti pubblici virtuosi: in Provincia 66 sanzioni in 3 anni
In Comune a Trento sono state 130. Il caso più frequente? Lavoratori pizzicati fuori casa dal medico fiscale
TRENTO. Dipendenti provinciali più virtuosi dei loro omologhi del Comune di Trento. Questo almeno verrebbe da dire guardando il numero di sanzioni disciplinari comminate dalle due amministrazioni pubbliche negli ultimi anni. Fine anno è tempo di bilanci, e dunque ecco anche in questo caso i numeri a confronto: 66 sanzioni totali in Provincia dal 2011 al 2013, contro le 130 di Palazzo Thun sempre in tre anni (ma in questo caso tra il 2010 e il 2012). Quelle di Piazza Dante sono la metà. Nella maggior parte dei casi si tratta di richiami scritti e di multe con decurtazioni fino a 4 ore di stipendio, sanzioni che scattano - così prevede il codice disciplinare - per inosservanza delle disposizioni di servizio, come per negligenza o insufficiente rendimento. Spesso - spiegano dal Comune di Trento - si tratta di dipendenti che non vengono trovati in casa durante la visita domiciliare del medico fiscale: scatta allora il richiamo, che diventa una multa in caso di recidiva.
In Comune, su 1500 dipendenti, la media è di circa 40 sanzioni all’anno: nel 2010 sono state 32, salite a 53 nel 2011 e ridiscese a 45 nel 2012. Per avere un’idea della gravità delle infrazioni, l’anno scorso - su 45 sanzioni - ben 27 sono stati rimproveri verbali, il primo gradino nella scala delle sanzioni, di competenza del dirigente del servizio. In 8 casi è invece scattato il richiamo scritto, da parte della giunta comunale, 5 sono state le multe (con la decurtazione fino a 4 ore di lavoro), infine 5 sospensioni dal servizio (di cui una per 10 giorni, una per 6, due per due giorni e una per un solo giorno).
In Provincia, su 66 sanzioni in tre anni: 17 sono stati richiami scritti, 12 multe di 4 ore, 13 multe per un minor numero di ore, 20 i casi più gravi in cui i dipendenti sono stati sospesi dal servizio (di cui 11 per una giornata, 4 per due giorni, 2 per 3 giorni, una per 7 giornate e due per 10 giorni) e infine un licenziamento senza preavviso, il livello più alto nella scala delle sanzioni.
Tolta la sanzione più lieve, il rimprovero verbale del dirigente, si nota che sia in Provincia che in Comune la maggior parte sono richiami scritti e multe. Il codice disciplinare - all’interno del contratto di lavoro del personale non dirigenziale - prevede una casistica molto puntuale: inosservanza delle disposizioni di servizio, per esempio per assenze per malattia o sull’orario di lavoro, condotta non corretta verso altri dipendenti o nei confronti del pubblico, negligenza nell’eseguire i compiti assegnati, svolgimento di attività lucrativa al di fuori dell’orario di lavoro. L’importo delle ritenute per multa finisce nelle casse dell’amministrazione, destinato ad attività sociali a favore dei dipendenti.
La sanzione più pesante, la sospensione dal servizio con decurtazione dello stipendio che può arrivare fino a 10 giorni, scatta in casi di recidiva, di assenza ingiustificata, di mancanze gravi così come comportamenti minacciosi o diffamatori, alterchi in cui il dipendente sia passato alle vie di fatto, infine molestie anche di carattere sessuale.
Si arriva poi al licenziamento, in caso di recidiva plurima, piuttosto che di rifiuto ingiustificato di un trasferimento o di fatti che dimostrino una grave incapacità del dipendente di adempiere ai propri obblighi di servizio. Nei casi più gravi il licenziamento è senza preavviso, e può scattare anche per reati commessi fuori servizio ma che per la loro gravità non consentono la prosecuzione del rapporto di lavoro©RIPRODUZIONE RISERVATA