Diffamazione alla dirigente: assolti Cia e Taverna
Erano finiti a processo su querela di Livia Ferrario per le accuse sulle graduatorie della scuola. Il consigliere: «Spero di non dover più fare politica in tribunale»
TRENTO. Claudio Cia e Claudio Taverna assolti perché il fatto non costituisce reato. Così, a Trento, il giudice presidente Serao, in merito alla vicenda che ha portato in tribunale il consigliere Cia e Taverna, in seguito alla denuncia per diffamazione a mezzo stampa da parte della dottoressa Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento della Conoscenza. «Spero di non dover fare più politica nelle aule di un tribunale, ma solo in consiglio e in mezzo alla gente» ha detto Cia dopo la sentenza.
La vicenda era nata in seguito ad un ricorso: 220 insegnanti magistrali, già inseriti nelle graduatorie, nel 2014 vennero esclusi dalle liste di reclutamento perché non laureati. Il sindacato impugnò il regolamento che escludeva i diplomati davanti al Tar. Delsa perse il primo grado di giudizio e lo impugnò davanti al consiglio di Stato, nel 2016. Dopo un mese e mezzo il sindacato ottenne un’ordinanza che riconosceva il diritto dell’inserimento dei 220 ricorrenti nelle graduatorie provinciali.
Il 5 agosto del 2016, Delsa ottene dal consiglio di Stato un’ ordinanza che imponeva alla Provincia di inserire i diplomati magistrali nella quarta fascia della graduatoria provinciale trentina, dalla quale si assume per i ruoli e per gli incarichi annuali. La Provincia, secondo il sindacato, non eseguì l’ordinanza. Il consigliere Cia evidenziò in un comunicato, pubblicato da un quotidiano on line diretto, allora, da Taverna, che il dipartimento della conoscenza aveva illegittimamente favorito una categoria a danno di un’ altra. Da qui la denuncia per diffamazione da parte della dirigente Ferrario. (f.q.)