Dellai: «Sentenza difficile da rispettare»
L’ex governatore difende Dalmonego: «Servitore della Provincia». Fraccaro: «Rapporti malsani con la politica»
TRENTO. Non si può certo dire che Lorenzo Dellai abbandoni le persone a lui vicine. Neanche nei momenti più duri. Non lo ha fatto di certo ieri quando ha manifestato sconcerto per la condanna di Ivano Dalmonego, a lungo suo braccio destro prima come responsabile dell’area finanze della Provincia e poi come direttore generale di piazza Dante: «Sono un uomo delle istituzioni, dunque ho il dovere di credere nella Giustizia e di rispettarla. Ma talvolta è molto difficile. In questa occasione in maniera particolare. Ho visto operare Ivano Dalmonego per tanti anni e se devo indicare il nome di una persona integerrima fino alla puntigliosità e dedita alla religione civile del servizio all'ente pubblico, indico lui. Senza dubbio alcuno. Sono certo che al più presto saprà superare questo calvario e ottenere anche dalla Giustizia quel riconoscimento di onestà e di assoluta correttezza che tutti quelli che lo hanno conosciuto gli riconoscono. Gli sono vicino e gli esprimo tutta la mia solidarietà».
Di tutt’altro avviso, ovviamente, il grillino Riccardo Fraccaro: «A coronamento di un passato fatto di consulenze a molti zeri, la storia di Trento Rise è la fotografia impietosa dei rapporti malsani tra politica e società pubbliche. Le condanne, i patteggiamenti e il rinvio a giudizio degli ex vertici pesano come un macigno anche sui partiti locali. Molti i soldi spesi, ma pochi, e tutti da dimostrare, i risultati ottenuti. Parliamo di milioni di euro spariti in una profonda voragine durata anni e mascherata da consulenze “indispensabili” richieste dalla Provincia, su cui ricade la responsabilità politica di questa vicenda».