Dellai: dimezzare gli orsi. Ambientalisti furiosi
Il governatore pronto a rinegoziare il progetto con il ministero. Bombarda (Verdi): «Fa campagna elettorale, finiamola con gli allarmismi»
TRENTO. Scendere da 50 a 25 orsi in Trentino, ricollocando quelli di troppo in altri Paesi europei. È questo l’obiettivo che il presidente della Provincia Lorenzo Dellai punta a raggiungere nella trattativa con il ministero dell’ambiente per rinegoziare il progetto Life Ursus. Che il progetto andasse rivisto il governatore lo aveva già detto qualche settimana fa, dopo l’ennesima razzia dell’orso a danno delle asine delle Giudicarie. Sono seguiti altri avvistamenti nei boschi, la nascita di alcuni comitati, l’incidente del presidente degli Artigiani Roberto De Laurentis. E ora Dellai ha aggiunto anche i numeri: gli orsi «trentini» vanno dimezzati.
Ma le sue parole scatenano la protesta del mondo ambientalista, che difende con forza la presenza dell’orso in Trentino. Ci va durissimo il consigliere provinciale dei Verdi Roberto Bombarda: «Dellai è in campagna elettorale. Prima si esasperano gli animi ingigantendo le scorribande dell’orso e poi si dà il contentino dicendo che vanno dimezzati». Bombarda cita i dati: «I numeri del rapporto orso ci dicono che nel 2011 i danni provocati sono stati la metà di quelli del 2010 e che gli orsi provocano molti meno danni degli ungulati. Vogliamo dire che a metà settembre è pericoloso andare a cercare funghi nel bosco perchè potremmo trovare sulla nostra strada un cacciatore? ». Quanto ai danni - evidenti - causati a molti allevatori, il consigliere osserva: «Per tutelare gli animali, basta adottare le minime precauzioni, il recinto elettrico lo finanzia la Provincia. La verità è che l’orso fa l’orso, né più né meno di quanto accade con cervi e cinghiali». Secondo Bombarda «va dato un messaggio di normalità, pensando al contributo che l’orso porta all’arricchimento della biodiversità, e intervenire quando necessario in caso di esemplari problematici, come si è già fatto in passato»: «Non può essere che per colpa di un orso, si intervenga su tutti gli altri. I vantaggi del progetto di reintroduzione sono enormemente superiori agli svantaggi».
Il tema è destinato a far discutere ancora a lungo. Anche tra gli operatori turistici le opinioni divergono. Due giorni fa l’allarme dell’ex presidente degli albergatori di Campiglio Giacomino Maffei: «Ho già avuto tre disdette per paura dell’orso». Replica Bombarda: «A me decine di albergatori hanno raccontato di turisti che telefonano per informarsi se davvero in Trentino si può vedere l’orso, pronti a venire da noi in vacanza per questo». E la Lipu, attraverso il suo presidente Sergio Merz, ha minacciato di lanciare un appello per boicottare la val Rendena, terra del primo comitato anti-orso.
©RIPRODUZIONE RISERVATA