Dario Caset è morto due giorni dopo l’incidente
Il contadino di Nave San Rocco aveva 66 anni: troppi gravi i traumi riportati. Lascia la sua grande famiglia: quattro fratelli, dieci nipoti e 14 pronipoti
TRENTO. Lo «zio Dario» non ce l’ha fatta, è morto ieri al Santa Chiara due giorni dopo il terribile frontale a Nave San Felice. I medici avevano fatto tutto il possibile per salvare Dario Caset, 66 anni di Nave San Rocco. Era stato sottoposto a ben due interventi chirurgici ma i traumi riportati nell’incidente di giovedì sera si sono rivelati fatali per l’uomo. Una morte che lascia nel dolore la grande famiglia Caset. Dario era il primo di cinque fratelli (gli altri sono Claudio, Paolo, Fabio e Giuliano), l’unico che non si era mai sposato, ma i contatti con la sua «tribù» erano quotidiani. Una famiglia molto unita arricchita dai dieci nipoti di Dario e dai 14 pronipoti. A cui pensava sempre specialmente nei mesi estivi quando, come ricorda la nipote Claudia, «aveva sempre pronti come regalo per noi gli ortaggi che coltivava con tanto amore nel suo orto».
Dario Caset nella sua vita aveva sempre fatto l’agricoltore. Prima al Maso Betta, sopra Nave San Rocco, e poi, una volta in pensione, nell’orto di casa. E nel campo in riva all’Adige dove si prendeva cura dei suoi asparagi. La campagna per lui non è mai stata solo un lavoro ma «ci ha sempre messo tanto amore e tante dedizione» racconta sempre Claudia. «Noi gli eravamo molto affezionati - ricorda la nipote - ed era un sentimento reciproco. Non potrò mai dimenticare le grigliate di famiglia durante le quali ci ritrovavamo in un prato, insieme e felici. E allo zio Dario questi momenti piacevano moltissimo». L’incidente è avvenuto giovedì sera: l’Ape di Caset - per un malore dell’uomo - aveva invaso la corsia opposta scontrandosi con un’auto. Dopo due giorni il cuore dell’uomo ha smesso di battere.
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