Dalle battaglie di Nimby all’Egitto
Simonetta Gabrielli ha combattuto contro l’inceneritore. Poi ha studiato l’arabo ed è partita per sei mesi di volontariato
TRENTO. Simonetta Gabrielli, classe 1959, è stata, nel mondo delle associazioni, una delle più note e appassionate protagoniste della lunga battaglia contro l'inceneritore in Trentino. Ha fondato e animato, insieme ad Adriano Rizzoli e altri, la combattiva associazione Nimby Trentino. Adesso, dopo aver studiato l'arabo, si trova in Egitto per un lungo periodo di volontariato, e mette a frutto le sue competenze artistiche (ha studiato all'Istituto d'Arte). Insegna ai bambini a costruire marionette, fare teatro usando la testa e con questo molto di più. Scrive un blog personale, dove raccoglie riflessioni, video e foto sul paese che la ospita, sulla pace, sulla democrazia, sui valori. Le abbiamo chiesto un punto di vista, dalla sua nuova prospettiva esistenziale, diverso da quello che abbiamo letto spesso sul tema rifiuti. La voglia di cambiare il mondo resta, in lei, quella di sempre.
Cosa l' ha porta in Egitto?
La scelta di venire al Cairo a trascorrere sei mesi della mia vita è stata guidata da una serie di coincidenze, ma contiene in sé un significato profondo che col tempo si disvela. I lunghi anni dedicati all’opposizione all’inceneritore e all’approfondimento sulla gestione dei rifiuti, mi hanno proiettata in un mondo politico che mi ha ferita e delusa. Qui è nata la necessità di vivere un altro tipo di volontariato che, oltre a dare, fosse nutrimento per la mia anima. Perché stare nel gioco della politica produce una lenta agonia dello spirito. Ed eccomi qui nel mezzo di questa strana rivoluzione che si svolge tra piazza Tahrir ed Heliopolis, sede del palazzo Presidenziale, a costruire un percorso di rivoluzione culturale e creativa con gli orfani dello Sheraton, sede di attività benefiche della locale Chiesa. Orfani solo di padre o di madre, lasciati per le più svariate ragioni. E come tutti i bambini d’Egitto, orfani di un’istruzione pubblica decente, cenerentola rispetto a quella privata. I 16 piccoli protagonisti del progetto, non hanno né uno psicologo né un tribunale che si occupi dei loro diritti. Così come vengono lasciati, possono essere richiesti indietro, proprio come degli oggetti dati al Monte dei pegni. Ma intanto lavoriamo, e sono felici i ragazzi di suor Teresa, che imparano ad essere protagonisti, ricercatori e sviluppatori delle proprie idee. E impariamo a riconoscere le emozioni, a drammatizzare, a lavorare in gruppo, a condividere. Abbiamo come obiettivo quello di costruire una storia nostra, disegnare i personaggi, costruire i burattini e il teatrino per metterla in scena.
Come si osserva l'Italia e la crisi europea dall'Africa?
Il visto per l’Italia è sempre un miraggio fra la popolazione cristiana, quella che qui frequento. Non riescono a capire la portata della crisi italiana ed europea. Ma non va scordato che i cristiani qui stanno peggio perché hanno paura e i giovani si sentono in prigione.
Come ha trovato il paese, la gente cosa dice della nuova costituzione, di Morsi e del futuro?
Per quanto ho potuto vedere, l’Egitto è un Paese pieno di possibilità da molti punti di vista. Ma è come se gli egiziani, vittime dei rigidi dogmi delle diverse religioni che li tengono impegnati nello scontro, non riescano a liberare le energie creative e produttive. Oggi la maggioranza è contraria alla costituzione e a Morsi. Ora si accorgono di essere caduti in errore e il futuro è certamente nero.
Infine, in questi giorni il presidente Lorenzo Dellai ha salutato tutti, adesso corre per il Parlamento. Che futuro vede per il Trentino?
Che dire se non che da qui mi pare ancor tutto più scontato, vecchio. Spero in un rinnovamento della consapevolezza delle persone e confido che i nuovi movimenti abbiano forza dirompente in Trentino come avvenuto in Sicilia.
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