Daldoss sotto accusa. Pd e Upt: ci rispetti
Le parole dell’assessore agitano i partiti. Ma Rossi benedice: «Carlo valore aggiunto, basta difendere il proprio orticello»
TRENTO. «Se non ci fossero i partiti, non esisterebbe neanche la coalizione, siamo noi l’architrave e siamo stati eletti democraticamente», avverte il segretario dell’Upt Tiziano Mellarini, «Rossi ha legittimamente scelto Carlo Daldoss come tecnico, ora spetta al presidente dire se i partiti non bastano più, non all’assessore». Ancora più duri i commenti nel Pd. «Politicamente scorretto», commenta il segretario del Pd Italo Gilmozzi, «inaccettabile il giudizio di Daldoss sull’inadeguatezza dei partiti, e lui non è l’unico a girare sul territorio». «Se Daldoss è in giunta, lo è perché il centrosinistra ha vinto le elezioni. Troppo comodo sfruttare i benefici del sistema e al tempo stesso strizzare l’occhio all’antipolitica», attacca il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi.
Se il suo intento era di fare chiarezza sui progetti di una sua lista per il 2018 che da mesi gli vengono attribuiti, e respingere l’accusa di tatticismo, con le sue dichiarazioni messe nero su bianco domenica in una nota, Carlo Daldoss si è tirato addosso l’ira dei partiti della maggioranza. L’assessore tecnico, grande elettore di Ugo Rossi alle primarie 2013, aveva parlato di «evidente debolezza dei partiti», di «bisogni che non trovano adeguate risposte», della necessità di «pensare per tempo a iniziative politiche che combinino cambiamento, competenza e coesione». Parole che hanno mandato in fibrillazione soprattutto Pd e Upt. «Su cosa serve alla coalizione, e sui prossimi passaggi, sarà la coalizione a decidere, non Daldoss. C’è un percorso di cui il presidente Rossi deve farsi garante», ammonisce il segretario Pd. Alle frecciate lanciate dall’assessore all’Upt («Non voglio essere accostato a tettiche praticate da protagonisti partiti e loro esponenti vecchi e nuovi»), il segretario Mellarini replica conciliante: «Da parte dell’Upt non c’è nessun disegno per cooptare Daldoss anche se la sua cultura politica non è distante dalla nostra. Ho grande stima di Carlo ma quando si aprirà un confronto nella coalizione saranno le forze politiche attuali a decidere come allargare il perimetro, non un singolo assessore». Olivi rincara: «C’è bisogno di massima trasparenza. Essere un esterno in giunta non è una franchigia. Se Daldoss vuole aiutare la coalizione, lo faccia senza cedere alla tentazione dell’antipolitica e alla delegittimazione dei partiti. Sia chiaro che lui non sta fuori dalla politica, non viene da Marte».
All’azione dell’assessore arriva però il pieno e totale via libera del governatore, a conferma di un asse forte sul piano personale e politico anche in vista delle elezioni 2018. «Non serve agitarsi», è il messaggio di Ugo Rossi ai partiti della sua maggioranza, «Daldoss è un valore aggiunto che lavora per la coalizione. In un’epoca in cui si impongono demagogia e populismi, abbiamo più che mai bisogno di chi ragiona per ampliare il centrosinistra». «L’onorevole Dellai e l’Upt ci ricordano un giorno sì e uno no che serve qualcosa di nuovo, il Pd dice che serve linfa nuova, il Patt da tempo si è dato l’obiettivo di aprirsi ad altri mondi rispetto all’elettorato tradizionale. Bene, l’interesse della coalizione e del Trentino è di dialogare con quegli elettori che oggi non si sentono rappresentati, e questo fa Daldoss». Su una ipotetica «lista Daldoss» Rossi non conferma ma non smentisce: «Mancano due anni e mezzo alle elezioni, lo scacchiere si muove a velocità impressionante. Che i partiti oggi siano in difficoltà è un dato oggettivo, il tema dobbiamo porcelo. Se ognuno ragiona in base al proprio orticello e alle preferenze personali significa che non ha capito niente. Oggi serve fare argine a demagogia e populismo, mi preoccuperei se Daldoss lavorasse in direzione del centrodestra, invece la sua è un’impostazione politica che si riconosce pienamente nella coalizione e nella presidenza Rossi».
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