Daldoss: «Questa nomina? Una cosa venuta dal cielo»

Solandro, ex sindaco, dalla Dc a Margherita e Udc, ma nessuna tessera in tasca. I dubbi del Pd: «Non commento. E mi atterrò sempre alle linee della coalizione»


di Paolo Morando


TRENTO. Alzi la mano chi aveva pensato a lui come assessore esterno. O meglio: alzi la mano chi sa davvero chi è. Dal giochino sono esclusi ovviamente i trentini della valle di Sole, soprattutto quelli di Vermiglio, dove è stato sindaco per ben quattro consiliature, dal 1990 al 2010 (ma già nell’85 era stato eletto e subito nominato assessore). Mentre dal 2005 fino a tre anni fa è stato l’ultimo presidente del Comprensorio solandro, periodo in cui ha seduto anche nella giunta esecutiva del Consiglio delle Autonomie, con l’incarico di seguire i temi relativi ai lavori pubblici e all’energia.Classe 1961, geometra con proprio studio professionale appunto a Vermiglio che ora farà gestire in toto ai collaboratori, sposato con due figlie («cosa pensa mia moglie? È contenta ma soprattutto tranquillissima, il che mi aiuta molto»), Daldoss si fregia di un curriculum ben articolato dal punto di vista degli incarichi amministrativi: per due mandati ha rappresentato la Regione nel cda dell’Autobrennero, mentre per conto dei Comuni per due anni è stato consigliere della Set distribuzione. Ancora: per quasi una decina d’anni è stato presidente dell’Apt della val di Sole. E sempre in ambito turistico, è stato anche nel cda della società di impianti di risalita Carosello Tonale. Turismo e sviluppo rurale: anche di questo si è occupato in passato, come membro del Gruppo di azione locale del progetto Leader della val di Sole. Il suo profilo politico? «Come riferimento ho sempre avuto il centrosinistra», spiega lui, come si vedrà uomo alla mano ma al tempo stesso di poche parole. E forse c’entra anche la poca abitudine ai riflettori. Ma al netto di lontane origini Dc che un collega come Mellarini ricorda eccome, oggi Daldoss non ha comunque in tasca alcuna tessera politica. Neppure del Patt.

Ma ne ha mai avuto una?

Mai, nessuna.

Però cinque anni fa, alle elezioni provinciali, era tra i candidati della lista Udc che poi venne esclusa dal Tar.

Fu una meteora, durata appena una settimana.

Nulla a che fare con l’associazione “La Stella” dell’ex assessore esterno Lia Giovanazzi Beltrami?

(Ride). No, nulla.

Nel suo passato politico c’è stata anche la Margherita, vero?

Certo, ho partecipato alla sua fondazione. Forse allora la tessera l’avevo presa... sa che non me lo ricordo?

Daldoss, come nasce la sua nomina ad assessore?

In maniera del tutto imprevista e con notevole sorpresa da parte mia: fino a pochi giorni fa nulla mi era stato prospettato. Come ho detto a un’amica, sembra una cosa venuta dal cielo.

Pochi giorni, dice: Rossi l’ha contattata subito dopo il voto o la scorsa settimana?

La scorsa settimana.

Conosceva il presidente?

Ovviamente sì, da diversi anni: siamo della stessa valle.

Conoscenza o amicizia?

Direi conoscenza, non un’amicizia particolare. D’altra parte non abbiamo mai avuto alcuna esperienza amministrativa in comune.

Come le ha proposto l’incarico degli enti locali?

Facendo un ragionamento complessivo, alla luce del mio percorso amministrativo di sindaco per vent’anni e poi di presidente del Comprensorio.

Lei è anche assessore alla “coesione territoriale”: che cosa si deve intendere con questa locuzione?

(Pesa le parole). Uno sforzo particolare, che in questo momento storico non è solo del Trentino, per riuscire con l’aiuto degli enti locali, delle Comunità, attraverso i cittadini e il Consiglio provinciale, a fare in modo che questo territorio mantenga la capacità di restare unito, con proposte di ampio respiro per il futuro sul come mettere in rete potenzialità che ci sono.

Lei è stato presidente di un Comprensorio giusto prima che venissero sostituiti dalle Comunità di valle. Di queste ultime, che cosa pensa?

Sicuramente qualche aggiustamento va fatto: sarà compito della coalizione esprimere una linea precisa.

Avrà pero delle idee sue.

Come assessore esterno, mi atterrò alle linee della coalizione. Parlarne ora è prematuro. Tra un anno e cinque mesi comunque si vota di nuovo per Comuni e Comunità.

Le è stata affidata anche l’urbanistica: le sue priorità?

Penso che la “mission” debba essere la semplificazione delle procedure: riuscire a valutare bene le cose che veramente contano.

Pensa a una revisione organica del Pup?

No, questo no.

Il Pd sostiene che «l’accorpamento dell’edilizia abitativa al settore dell’urbanistica ed enti locali, ed ancor più ad un assessore esterno, pare davvero una rinuncia alla valenza politica e sociale di questa importante competenza». Le va di rispondere?

Non faccio nessun commento. Non compete a me. Posso invece dire un’altra cosa?

Ci mancherebbe.

Quella di questa giunta è sicuramente è una sfida impegnativa, ma credo che la si potrà vincere attraverso un forte coinvolgimento del Consiglio provinciale: la capacità di raccogliere istanze e sensibilità sarà fondamentale.

È un consiglio a Rossi?

Sono certo che il presidente saprà fare squadra con tutti gli assessori. Guardi, il lunedì dopo le elezioni Rossi ha usato tre parole: unità, serietà e sobrietà. Se posso permettermi, ne aggiungo una quarta, la mia: verità. Dire cioè sempre le cose come stanno: i cittadini, che meritano rispetto, apprezzano chi di fronte ai problemi è franco nel proporre le soluzioni.

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