«Dal Muse al Bondone, ora la funivia è necessaria» 

Rossi convinto che sia la volta buona: «È il collegamento concettuale con il Museo che ha 3 milioni di visitatori. E all’Hotel Panorama, una vetrina del Trento Doc»


di Sandra Mattei


TRENTO. «Ora o mai più». Sulla funivia di collegamento tra Trento e il Monte Bondone a suonare la carica è il governatore Ugo Rossi. E lo ha fatto in occasione della presentazione del planetario da due milioni di euro che arricchirà l’offerta del Muse. Proprio partendo dai successi del Museo della scienza firmato da Piano, che può contare dalla nascita su oltre 3 milioni di visitatori in cinque anni, Rossi ha dichiarato pubblicamente: «Si tratta di convogliare questo potenziale turistico che attira il Muse, per metterlo in collegamento con l’ambiente straordinario del Monte Bondone. Ne gioverebbe l’offerta turistica non solo della città, ma di tutta l’asta dell’Adige».

Presidente Rossi, la sua sollecitazione per la realizzazione della funivia del Bondone è da prendere in parola: sarà la volta buona?

Certo, per correttezza politica devo precisare che si tratta di un’idea programmatica, visto che siamo alla scadenza della legislatura e nessuno sa cosa succederà alla elezioni. Ma sono convinto che il collegamento con il Monte Bondone è un investimento necessario per una maggiore qualità dell’offerta turistica del Trentino della quale si può avvantaggiare la città, ma anche tutta l’asta dell’Adige. Se rieletto, lo metterò senz’altro nel mio programma politico.

È da anni che si discute della funivia tra la città e la sua montagna, ad essere precisi a partire dagli anni Trenta, quando venne inaugurato il tratto fino a Sardagna. Perché ora è il momento giusto?

Penso che si debba considerare la valenza di questo collegamento anche da un punto di vista concettuale. Se partiamo dai numeri che riguardano il Muse, con oltre 3 milioni di visitatori e si offre solo anche ad una parte di essi la possibilità di toccare con mano un ambiente naturale straordinario, dopo averlo visto al Museo, si tratta di un valore aggiunto che qualifica l’offerta turistica e aumenta il potenziale numero di turisti.

Il Masterplan consegnato di recente dalla società incaricata dal consigliere delegato Maestranzi, conclude che la funivia potrebbe portare ad un aumento dei turisti del 25%, come è stato per impianti analoghi, il Bolzano- Renon e Nordkette – Innsbruck. Ma non si deve valutare anche cosa offre il Bondone?

È chiaro che si tratta di un investimento che presuppone anche il concorso dei privati, per riqualificare l’offerta commerciale della montagna di Trento, intesa come ristorazione ed animazione, insomma come promozione dei prodotti trentini.

A proposito di investimento, è la Provincia che deve metterci i soldi o si punta sui privati?

La Provincia dovrà fare la propria parte, ma si devono stimolare i privati, perché partecipino anche loro ad un’opera che rilanci la montagna di Trento non solo in funzione di piste da sci, ma come un ambiente naturale unico.

A che punto è invece la rinascita dell’Hotel Panorama a Sardagna?

Si deve ragionare su una riqualificazione snella, senza fissarsi su un hotel, con il rischio di non trovare investimenti privati. La mia idea è quella di una ristorazione di qualità medio alta. Vedrei bene una vetrina per il Trento Doc, sfruttando una posizione così panoramica. Si potrebbe proporre alle famiglie che visitano il Muse, per un pasto con la vista di Trento dall’alto, arrivando in funivia.













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