Da obesa ad anoressica, dietologo a processo

L’accusa è di lesioni colpose: la giovane paziente passò in 2 anni da 114 a 50 chili. Per evitarle conseguenze letali e farle recuperare peso fu costretta al ricovero



TRENTO. Da obesa a quasi anoressica dopo una dieta troppo “spinta”: questa l’accusa a carico di un dietologo di fuori regione, a processo a Trento per il reato di lesioni personali colpose.

Secondo la Procura, il medico - specialista in semeiotica e diagnostica di laboratorio - avrebbe procurato un dimagrimento rapido e significativo di una paziente oggi 21enne, che risiede in una valle del Trentino. I fatti risalgono al periodo compreso fra il maggio-giugno 2007 e l’agosto 2009, un’arco temporale in cui la giovane sarebbe passata da un peso corporeo di 114 chili ad uno di 56, oltre la metà. Peso poi ulteriormente ridottosi fino ad arrivare a circa 50 chili.

Il dietologo, che ha avuto guai giudiziari in passato per una vicenda analoga, avrebbe prescritto l’assunzione di preparati galenici (realizzati in farmacia in base ad una prescrizione) e una dieta selettiva con l’esclusione di carboidrati. I preparati sarebbero stati assunti in un dosaggio di nove pastiglie al giorno. Lo stesso imputato, inoltre, avrebbe consigliato alla giovane paziente di mantenere tale regime dietetico nonostante le sollecitazioni in senso contrario che erano state rivolte verso di lui dalla madre della ragazza. Quest’ultima, infatti, era molto preoccupata per la salute della figlia, che manifestava inappetenza e un sintomatico rifiuto del cibo.

Sempre secondo l’accusa, il medico avrebbe perseverato nelle indicazioni terapeutiche nonostante l’insorgenza evidente di un’anoressia di origine nervosa, circostanza questa che - stando al capo di imputazione - avrebbe dovuto consigliare l’eliminazione almeno di alcuni componenti dei prodotti galenici.

Il tutto sarebbe avvenuto senza alcun controllo effettivo delle progressive condizioni psicofisiche della giovane, la quale sarebbe stata sottoposta a ricoveri ospedalieri mirati al ripristino dell’equilibrio nutrizionale e al recupero del peso corporeo, per contrastare il rischio di morte della paziente.

Una parente stretta della ragazza la descrive come persona che, pur essendo decisamente sovrappeso, da adolescente aveva un buon rapporto con la sua immagine. Era una quindicenne che si piaceva così com’era. La situazione sarebbe cambiata radicalmente dopo che due ex amiche avevano consegnato una lettera anonima, dal contenuto offensivo sul suo aspetto fisico, al fratello di lei. Lettera intercettata dalla mamma della ragazzina, che alla figlia ne aveva parlato senza riferirne i particolari più maligni. Non solo: all’interno di una pensilina del paese di residenza della giovane era apparsa una scritta che la etichettava come “obesa”.

L'avvocato Emilio Battaglia, di Roma, difende il dietologo: «Lo stesso consulente del pm esclude un nesso fra la prescrizione farmacologica e l'anoressia nervosa». Un perito di parte sarà sentito nella prossima udienza, il 15 novembre.

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