Crisi immobiliare: duemila case invendute a Trento
Mercato bloccato. La Provincia corre ai ripari con il canone moderato
TRENTO. Duemila case vuote nella sola città di Trento. La gente non ha soldi e gli appartamenti rimangono invenduti o sfitti perché i proprietari preferiscono attendere tempi migliori. La Provincia cerca di rispondere alla richiesta di casa con il canone moderato. Il piano Itea prevede 3 mila alloggi ad affitto calmierato, ovvero più basso del 25 per cento al prezzo di mercato. Case vuote. La crisi si sta iniziando a sentire anche sulle case. Gli annunci delle agenzie immobiliari si allungano. Se fino a due o tre anni fa per vendere un appartamento bastavano in media 2 mesi, adesso si arriva a una media di 11 mesi un anno. Non solo. E' aumentata di molto la percentuale dello sconto. Adesso si supera ampiamente il 10 per cento rispetto alla richiesta iniziale. Ormai gli acquirenti con i soldi in mano sono una vera rarità. Così sono tantissimi gli appartamenti che rimangono vuoti. Questo sia perché non ci sono tanti acquirenti disposti a spendere le cifre richieste, sia perché i proprietari preferiscono aspettare la ripresa del mercato. Il presidente degli agenti immobiliari della Fimaa Severino Rigotti spiega: «I prezzi sulle case nuove hanno subito un piccolo rialzo fisiologico, dovuto anche alle nuove tecnologie costruttive. Per l'usato, invece, c'è stato un crollo vero e proprio. Ha inciso molto la certificazione energetica. Le case meno efficienti dal punto di vista energetico hanno subito un netto calo di valore. Però le case inutilizzate sono circa 2 mila. Tra queste ci sono quelle invendute e quelle che non vengono messe sul mercato per vari motivi. Adesso stiamo assistendo anche al fenomeno di case seminuove messe in vendita da persone che le hanno acquistate e poi non riescono a pagare il mutuo. Così cercano di vendere per poi andare in affitto». Il canone moderato. La domanda di alloggi in affitto sale, ma aumenta la fascia di persone che non può permettersi il canone di mercato. Così la Provincia ha lanciato ormai da anni il canone moderato. Un programma ambizioso che prevede la messa sul mercato di 3 mila alloggi nel giro di dieci anni. L'affitto dovrebbe essere, in media, inferiore del 25 per cento a quello richiesto dai privati. Il Fondo immobiliare. Questi alloggi dovrebbero essere reperiti in vari modi. Duemila case dovrebbero essere reperite tramite il nuovo Fondo immobiliare che l'assessore alle politiche sociali Ugo Rossi sta facendo partire. Si tratta di un fondo cui parteciperanno soggetti pubblici e privati. Quindi i Comuni, l'Itea e le imprese. Si potrà partecipare conferendo sia aree costruibili, sia immobili, sia acquistando quote. Le case del Fondo, poi, verranno affittate a canone moderato. Delle altre mille case, 700 saranno costruite direttamente dall'Itea, che potrà anche acquistare sul mercato, come specifica il presidente Aida Ruffini, immobili nuovi. Le ultime 300 dovrebbero essere costruite dai privati. Per incentivarli, la Provincia ha previsto un contributo del 20 per cento sul valore dell'immobile e la possibilità di scegliere il 50 per cento degli inquilini, ma sempre pescando dalla graduatoria stilata tra chi ha fatto domanda. Gli aventi diritto. Ha diritto all'alloggio a canone moderato chi ha un parametro Icef tra lo 0,23 e lo 0,34. Si tratta del parametro di chi non può accedere all'alloggio Itea, mentre può restarci se già ci abita. In soldoni, come spiega la presidente Ruffini, si tratta di fasce anche con redditi buoni: «Un single può fare domanda se ha un reddito tra gli 11,500 e i 17 mila euro netti all'anno. Ma una famiglia di 4 persone ci rientra se ha redditi tra 35 mila e 52 mila euro». L'Itea pubblica i bandi ogni volta che ci sono case: «Attualmente ci sono 75 case a canone moderato. 20 le consegneremo entro fine anno a Rovereto, 22 le abbiamo già consegnate a Trento, 11 a Rovereto e 19 saranno finite presto a Torbole. Noi pubblichiamo i bandi di volta in volta».
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