Covid, i genitori vogliono fare lezione ai figli in casa
Il fenomeno. Cresce il numero delle famiglie che decidono di avvalersi dell’educazione parentale prevista dalla legge provinciale sulla scuola. Sta nascendo una rete per promuovere l’esperienza
TRENTO. Distanze, mascherine, trasporti pubblici ancora incerti, misurazione della febbre, i rischi legati alla didattica a distanza. La scuola (in presenza o no) ai tempi del Covid rischia di diventare una corsa a ostacoli. Così in molti si stanno organizzando per la cosiddetta homeschooling, tradotto in italiano “educazione parentale”, cioè l’educazione in famiglia, a casa, dei propri figli. In questi giorni sui vari gruppi Facebook che mettono insieme famiglie e genitori trentini stanno fiorendo iniziative che mirano a mettere in rete chi ha fatto questa scelta, prevista esplicitamente dall’articolo 32 della legge provinciale sulla scuola. Dopo poche ore dal post sull’homeschooling i commenti erano già centinaia, per lo più positivi ma in qualche caso anche critici. Tantissimi i genitori interessati a saperne di più e a contattare chi ha già provato questa esperienza. Ci sono già iniziative e interesse a Baselga di Pinè, Pergine, Rovereto e Trento. In molti casi si parla di bambini delle primarie, ma c’è anche chi tiene a casa i figli più grandi. È stata creata anche una mail per chiedere informazioni e mettersi in rete: l’indirizzo è infogruppohomeschooling@gmail.com.
È bene chiarire fin da subito che non si tratta di una scuola privata. Le famiglie non organizzano un percorso parallelo alla scuola pubblica, ma comunicano al dirigente dell’Istituto in cui è iscritto il figlio che intendono occuparsi direttamente della sua educazione. Si può farlo direttamente o affidandosi a un’altra persona e alla fine dell’anno ci sarà una verifica sul grado di preparazione del bambino o della bambina.
Ci sono gruppi che si occupano di homeschooling da molti anni, in rete si possono trovare anche interviste a mamme che lo fanno da 15 anni. In questo periodo stanno nascendo iniziative un po’ in tutto il territorio per mettere in rete le famiglie che intendono avviare questo percorso anche (ma non solo) a causa delle difficoltà legate al Covid. La delibera della giunta provinciale dello scorso luglio prevede esplicitamente la possibilità di avvalersi dell’istruzione parentale. Però si ribadisce che la comunicazione deve essere inviata all’inizio dell’anno scolastico e che si deve allegare un progetto educativo.
Nella delibera si specifica che i dirigenti possono accogliere la richiesta di educazione familiare anche durante l’anno scolastico, ma solo per motivi eccezionali e che non viene considerata una causa sufficiente la presunta mancanza di sicurezza dovuta all’emergenza sanitaria per il Covid. Quindi le famiglie che intendono occuparsi direttamente dell’educazione dei figli ci devono pensare bene e fare tutto in fretta.
Per iniziare l’iter si deve inviare una comunicazione al dirigente scolastico tramite mail o pec e poi si seguono le linee guida della propria classe di appartenenza. Nella dichiarazione si indica la volontà di avvalersi dell'articolo 32 citato con il quale si comunica alla scuola che saranno direttamente i genitori ad occuparsi dell'istruzione del minore indicato, dichiarando ovviamente che si è in possesso dei requisiti economici o culturali necessari.