Contributi per 23 mila euro Ma non ne avevano diritto
Nei guai una famiglia marocchina residente in un sobborgo di Trento nord Avevano casa Itea ed assegno di cura. Falsa la documentazione prodotta
TRENTO. Avevano ricevuto 23 mila euro di contributi pubblici ed anche un alloggio Itea, ma la documentazione prodotta per beneficiarne era falsa. È finita nei guai una famiglia marocchina residente in un sobborgo di Trento nord che, oltre all’assegno regionale al nucleo familiare, aveva ottenuto anche diversi contributi destinati a invalidi civili, ciechi e sordomuti, più l’ assegno di cura. Sequestrati, in maniera preventiva, l’equivalente in denaro, in sei conti correnti ed anche l’automobile, intestata al capo famiglia.
Nel giugno del 2017 il personale dell’Ufficio accertatori della Polizia locale di Trento-Monte Bondone, aveva avviato delle indagini, in seguito ad alcune segnalazioni. Contestualmente erano state presentate anche richieste pervenute dall’Istituto Trentino Edilizia Abitativa Itea, dall'Ufficio anagrafe del Comune di Trento e dall’ Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa (Apapi). Le verifiche erano state effettuate per accertare l’effettiva presenza dei componenti di un nucleo familiare di origini marocchine. Erano in sette e risultavano residenti in un appartamento di proprietà Itea, in un sobborgo a nord della città. Le verifiche anagrafiche effettuate hanno portato, in prima battuta, a constatare che solo tre dei componenti dimoravano nell’appartamento, mentre gli altri risultavano trasferiti da oltre un anno e mezzo in Marocco. Il possesso della dimora abituale e quindi della residenza nel territorio è requisito necessario all’assegnazione di alloggi pubblici e di eventuali contributi dagli enti assistenziali.
La raccolta di informazioni testimoniali, la verifica dei passaporti dei componenti il nucleo famigliare e gli altri accertamenti effettuati, hanno portato a deferire il capofamiglia all’Autorità Giudiziaria per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, false attestazioni rese a pubblico ufficiale per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il capo famiglia aveva infatti percepito una somma complessiva di 22.872 euro a titolo di assegno regionale al nucleo familiare, prestazioni economiche a favore degli invalidi civili, ciechi e sordomuti e assegno di cura, a seguito della presentazione di dichiarazioni non veritiere sulla residenza degli appartenenti alla propria famiglia. Il gip ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di denaro o beni in disponibilità dell’indagato.